Gli agenti della Polizia di Stato appartenenti alla SOSC – Sezione Operativa Sicurezza
Cibernetica di Isernia hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia 4 persone residenti in Campania, 2 per il concorso nei reati di truffa, ricettazione e riciclaggio ed altri 2 per falsità in registri e notificazioni.
Le indagini sono state avviate a seguito di una querela sporta da un cittadino della provincia
di Isernia che aveva trovato su una piattaforma di acquisti online l’annuncio di vendita di una
macchina operatrice. A pubblicarlo era il profilo social di un “Tenente Colonnello” che affermava di vendere la macchina a nome del suocero. A convincere la vittima della bontà dell’annuncio, inoltre, c’era anche il link trasmesso via whatsapp alla vittima da un corriere che gli assicurava l’avvenuta presa in carico della spedizione e la sua imminente consegna.
Effettuato il bonifico, dopo qualche giorno, non ricevendo quanto acquistato, aveva però
compreso di essere stato vittima di una truffa.
Gli agenti hanno approfondito ogni elemento utile ad individuare gli autori della truffa: il c/c
su cui è confluito il bonifico della vittima è risultato attivato online utilizzando una carta di identità elettronica rubata e alcune delle utenze utilizzate per contattare la vittima sono risultate intestate a persone inesistenti.
Ciò nonostante, i poliziotti hanno identificato due degli autori della truffa, accertando
numerose altre truffe realizzate con le stesse modalità e con il coinvolgimento degli stessi rapporti finanziari (conti correnti e carte di pagamento). Alcune truffe venivano realizzate anche mediante l’invio di SMS alle vittime da parte di persone che si spacciavano per i loro figli ai quali si era rotto il telefono, chiedendo il pagamento urgente di alcuni beni acquistati dai presunti figli.
Le somme provento di tali truffe venivano subito dopo trasferite su altri conti al fine di
impedire l’identificazione della provenienza illecita delle stesse.
Proseguono, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Isernia, le indagini per
individuare gli altri malfattori coinvolti nelle attività delittuosa. Denunciati per “falsità in registri e notificazioni” anche due titolari/gestori di Punti Vendita (convenzionati con gli operatori telefonici) che avevano attivato le schede SIM a nome di intestatari inesistenti.
Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli indagati potranno far valere
le loro ragioni difensive innanzi all’Autorità Giudiziaria ai sensi del Codice di Procedura Penale.