Lunedì, 11 febbraio, alle ore 20.00, la Palazzina Liberty di Venafro si illuminerà di viola, il colore della Giornata Internazionale dell’Epilessia 2019. Un evento, organizzato dall’I.R.C.C.S. Neuromed e dalla Fondazione Neuromed con la partnership del Comune di Venafro e della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE), che vuole essere un simbolo della lotta al pregiudizio che spesso ancora oggi e in alcuni contesti socio-culturali tocca la vita di chi è affetto da questa patologia. Un impegno condiviso da specialisti, associazioni, scuole e famiglie fondato sulla conoscenza.
“L’Epilessia – dice il dottor Alfredo D’Aniello, neuropsichiatra infantile – è una delle malattie neurologiche più frequenti, interessa l’un per cento della popolazione ed è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattia sociale. Ad oggi si tratta di una condizione che è ancora troppo spesso associata a pregiudizi legati soprattutto alla non conoscenza di questa condizione. Incontrare e sensibilizzare i giovani ci aiuterà certamente a sconfiggere lo stigma che si accompagna ad essa. Se riusciamo ad avere dei ragazzi senza pregiudizi avremo adulti senza pregiudizi, i futuri figli senza pregiudizi e quindi certamente una società migliore”.
L’Epilessia è una malattia che è cambiata molto negli ultimi anni. La ricerca è andata avanti mettendo a disposizione dei medici nuovi farmaci che permettono un miglioramento della qualità di vita di chi ne è affetto.
Come afferma il dottor Giancarlo Di Gennaro, responsabile dell’Unità operativa per la terapia chirurgica dell’epilessia del Neuromed: “rispetto al passato abbiamo a disposizione molti più farmaci antiepilettici e ne riscontriamo i vantaggi, soprattutto la riduzione degli effetti collaterali. Questi nuovi farmaci spesso consentono di fare una terapia “sartoriale” sul paziente, tagliandola su misura a seconda delle sue esigenze. Nel 70% dei pazienti otteniamo buoni risultati con il controllo completo delle crisi ed una buona qualità di vita. Nei casi in cui i farmaci non riescono a controllare in maniera soddisfacente le crisi, poi, la terapia chirurgica rappresenta spesso la soluzione del problema”.