Tre dirigenze scolastiche con una paritaria distribuzione degli alunni fra i tre poli e una piena integrazione delle risorse umane fra le strutture aggregate, con conseguente arricchimento dell’offerta formativa. Una proposta alternativa, quella del consigliere comunale di ‘Isernia in Comune’, Giacomo d’Apollonio, a quella contenuta nel piano di dimensionamento scolastico votato dalla conferenza dei sindaci della provincia di Isernia il 15 ottobre scorso, che ha visto l’attribuzione alla città di Isernia di due sole dirigenze scolastiche con sottrazione di una terza a beneficio della più piccola comunità di Castelpetroso. Il consigliere, pochi giorni fa, ha presentato le sue osservazioni al sindaco Luigi Brasiello anche a nome dei colleghi di minoranza Fantozzi, Fabrizio, Calenda, Testa, De Toma, Lombardozzi, Chiacchiari, Guglielmi, Di Perna e Kniahynicki.
L’obiettivo è quello di favorire “un fattivo e deciso intervento del primo cittadino presso la Regione Molise”, affinché l’organizzazione scolastica isernina non venga “ingiustamente penalizzata – spiega d’Apollonio – dal piano di dimensionamento scolastico, ma possa invece crescere e giovarsi di un’offerta formativa sempre più funzionale ad una efficace azione didattico–educativa, riducendo il disagio degli studenti e favorendo al massimo il diritto all’apprendimento da parte dei giovani della nostra comunità”. L’idea del consigliere comunale, sposata dagli altri 10 consiglieri di minoranza, consiste nella creazione di un primo polo scolastico comprendente gli Istituti ‘San Giovanni Bosco’ e ‘San Lazzaro”; di un secondo costituito delle due scuole secondarie di primo grado ‘Andrea d’Isernia’ e ‘Giovanni XXIII’; e di un terzo comprensivo degli istituti ‘San Pietro Celestino’, ‘Ignazio Silone’ e quello di Miranda. Una soluzione che garantirebbe “una distribuzione degli utenti praticamente paritaria fra i tre poli scolastici – argomenta d’Apollonio – con una conseguente offerta formativa maggiormente adeguata e rispondente alle potenzialità delle singole istituzioni”. Particolarmente significativa l’aggregazione delle due scuole medie (‘Andrea d’Isernia’ e ‘Giovanni XXIII’), che distano l’una dall’altra appena centocinquanta metri e già condividono parte del personale docente. La loro fusione, secondo il consigliere comunale, favorirebbe una completa integrazione sia delle risorse umane (da cui trarrebbero vantaggio i programmi, le capacità progettuali, le esperienze e i percorsi) sia alcune delle strutture, quali palestre, aule, laboratori musicali e scientifici. La decisione di privare Isernia di una dirigenza, a detta di d’Apollonio, deriverebbe da mere logiche campanilistiche, poiché l’istituzione di una dirigenza scolastica in Castelpetroso non trova alcuna logica giustificazione in considerazione del fatto che, da anni, la popolazione scolastica dei comuni che graviteranno su tale neo-costituito polo scolastico è in costante e progressiva diminuzione”. Un dato, questo comprovato dall’utenza attuale, che si pone al di sotto del parametro minimo di riferimento per l’acquisizione dell’autonomia scolastica. Privare Isernia di una dirigenza, inoltre, “si pone in aperto contrasto con quanto indicato delle linee guida regionali – continua d’Apollonio – nelle quali si prevede che ‘il dimensionamento deve essere funzionale ad una prospettiva pluriennale, che tenga conto del flusso delle iscrizioni, dal bacino di utenza, delle previsioni sull’andamento demografico”. Al contrario, le due direzioni finora riconosciute ad Isernia, l’una costituita dagli Istituti ‘San Giovanni Bosco’, ‘San Pietro Celestino’ e ‘Andrea d’Isernia’ e l’altra dall’ ‘Ignazio Silone’, ‘San Lazzaro’, ‘Giovanni XXIII’ e Miranda, hanno un numero di utenti che si pone “ampiamente al di sopra del parametro massimo tendenziale idoneo a garantire la gestibilità dell’istituzione scolastica. Per tutte queste ragioni – conclude d’Apollonio – ritengo sia necessario promuovere una seria presa di coscienza da parte del sindaco e di tutte le forze politiche, senza distinzioni di schieramento e ideologia, sulle gravi conseguenze che deriverebbero all’organizzazione scolastica della nostra città qualora il piano di dimensionamento scolastico dovesse essere recepito integralmente dai competenti organi regionali”.