Di Clemente: Stabilizzare i cantonieri della provincia di Isernia

Oggi venerdì 03 maggio alle ore 11 anche il PCL parteciperà al sit innanzi alla Provincia di Isernia in difesa dei cantonieri precari che rischiano di perdere il lavoro, con il conseguente taglio del servizio essenziali che essi svolgono per la collettività locale.
A tal proposito, ovviamente come intervento sì parziale ma idoneo ad impedire la perdita immediata del lavoro dei cantonieri, chiediamo all’ente provincia di prorogare l’assunzione dei predetti cantonieri sino al 31/12/2016,dando attuazione all’articolo 1, commi 9 e 9bis , della Legge 25 febbraio 2016, n. 21 il quale dispone che le province, per comprovate necessità, possono prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato fino al 31 dicembre 2016.
Scongiurata la perdita del lavoro nell’immediato, si continuerà nella lotta per la stabilizzazione; si ricorda peraltro che in tal senso sono in corso anche le cause presso il giudice del lavoro. Qualora la provincia non intendesse avvalersi di tale provvisoria “soluzione tecnica”, chiederemo ovviamente le ragioni dell’impedimento per le valutazioni del caso.
La prospettiva di una privatizzazione, ammesso che riuscirà a superare gli ostacoli (anche legali) nel reimpiego  dei cantonieri, comporterà l’ovvio peggioramento delle proprie condizioni di lavoro e di salario nonché della qualità del servizio, candendosi nella logica del profitto privato pur attingendo da fondi pubblici, e  soprattutto data l’abolizione del’art.18 , non risolverà il problema  della precarietà.
Per non parlare di un paradosso che dimostra, anch’esso “nel suo piccolo”, la follia di questo sistema capitalistico: la stessa Corte dei Conti, con una pronuncia letta dal Presidente Coia nel precedente incontro,  ha accertato che grazie all’assunzione diretta di questi cantonieri vi è stato un risparmio molte decine di migliaia di euro rispetto alla esternalizzazione.
Il PCL in tutta Itala è impegnato nella battaglia per disapplicare le vessatorie ed assurde norme antisociali del “patto di stabilità” che impediscono la stabilizzazione dei precari nella P.A. a fronte di servizi essenziali e persino quando vi sono le risorse come nel caso di specie, in base all’accordo tra Regione e Provincia di Isernia.
In particolare, proprio in questi giorni, laddove il PCL è riuscito a presentare le proprie liste (a partire dalle grandi città), tra le proposte di lotta che cerca di diffondere v’è quella per cui gli amministratori locali non devono essere gli esecutori delle norme antisociali governative, bensì devono organizzare la ribellione ad esse nell’interesse delle classi lavoratrici e sfruttate, sino ad affermarne la disapplicazione, facendo capire alla popolazione locale che il “patto di stabilità” è in realtà la stabilità di una grande rapina sociale, perpetrata con governi borghesi di ogni colore, da una minoranza di capitalisti e banchieri contro il resto della società.

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