Giovedì 12 Marzo ad Isernia avrà luogo una nuova udienza del processo contro 7 giovani antifascisti che il 22 ottobre 2011 cantarono ” Bella Ciao” davanti il palazzo della Provincia , dove era in corso una manifestazione dei fascisti del terzo millennio di Casa Pound. Le denunce partirono ” a freddo”, dopo che la presenza e i canti davanti al luogo dove si erano radunati i fasci, oltre al presidio antifascista autorizzato in un altro luogo della città, erano stati concordati con i dirigenti della DIGOS presenti sul posto. Il primo rapporto delle forze dell’ordine non lasciava presagire strascichi giudiziari dopo una situazione di forte tensione che si era creata ad arte in città, con i giornali locali a soffiare sul fuoco, paventando l’arrivo di centinaia di Black Block che avrebbero messo a ferro e fuoco Isernia. 300 agenti mobilitati, strade chiuse, serrande dei negozi abbassate, perquisizioni all’ingresso della città e la nostra manifestazione relegata in una piazza lontana dall’evento contestato.
Nonostante non fosse accaduto alcun incidente, evitati scontri , e tutto fosse filato liscio, poco tempo dopo sono arrivate le condanne per “manifestazione non autorizzata” a carico di una parte di coloro che erano andati sotto il palazzo della provincia a cantare Bella Ciao. E’ stata usata la forma del decreto penale, utilizzando un articolo del codice Rocco di epoca fascista.La condanna è stata comminata per “ manifestazione non autorizzata”, equiparando il canto dei nostri partigiani ad una manifestazione.E’ stato evidente a tutti che un tale provvedimento aveva un carattere pretestuoso, repressivo e frutto di scontri all’interno degli apparati istituzionali preposti all’ordine pubblico, che in qualche modo dovevano giustificare l’incredibile tensione che era stata creata e l’ abnorme schieramento di forze messo in campo. Il capro espiatorio fu individuato nei 7 attivisti (tra i più conosciuti), individuati e condannati . Il caso ebbe anche una vasta eco a livello nazionale, con un appello che fu firmato da centinaia di artisti, esponenti della cultura democratica, attivisti di varia estrazione.
A distanza di circa quattro anni il C.A.A.M. ribadisce in maniera forte e decisa la sua solidarietà agli antifascisti sotto ingiusto processo, rei soltanto di difendere i principi costituzionali alla base del nostro
Patto civile, contrastando una associazione che per le idee che propaganda e le azioni che pratica o giustifica (vedi l’ultima aggressione a Cremona che ha ridotto un giovane in coma), dovrebbe essere dichiarata fuorilegge.
L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!
C.A.AM.
Aderiscono:
Isernia Bene Comune
L’Altra Europa-Molise
Rifondazione Comunista-Molise
Partito Comunista dei LAVORATORI
Arci Isernia