Dal coordinatore regionale del PCL, Tiziano Di Clemente, riceviamo e pubblichiamo
Il folle bombardamento di Isernia del 10 settembre 1943 fu un crimine di guerra con precisi responsabili: da un lato il regime criminale di Mussolini che trascinò l’Italia nella disastrosa guerra al fianco di Hitler, dall’altro i governi e i capi militari angloamericani che disseminarono l’Italia di bombe, facendone strage di innocenti e colpendone il prezioso patrimonio culturale.
La strage di Isernia maturò proprio in quel contesto: al Nord il fecciume fascista faceva da guida servile ai nazisti occupanti per compiere le stragi di innocenti, ma venne vittoriosamente combattuto dagli eroici partigiani che liberarono le principali città, riscattando la popolazione italiana dalla vergogna fascista; al Sud le truppe angloamericane compievano stragi come quella di Isernia.
Si “giustificano” sulla necessità di abbattere il ponte Cardarelli per impedire ai nazisti questa via di comunicazione: in realtà dal 10 settembre e nei successivi giorni Isernia fu riempita di bombe “alleate” nel centro abitato, lasciando illeso proprio il ponte, ma uccidendo centinaia di civili e radendo al suolo la città, il che dimostra solo disprezzo della vita umana laddove non si ebbe la minima cura delle conseguenze sui civili, a fronte peraltro di un’operazione peraltro del tutto evitabile, tanto più perché al prezzo della strage di innocenti.
Nessuno ha pagato per questa strage, nessuno ha risarcito la popolazione di Isernia.
Né i crimini nazifascisti non possono di certo “giustificare” i crimini degli “alleati” come quelli commessi a Isernia. D’altro lato questa strage avvenne due giorni dopo un armistizio con gli stessi “alleati” che la commisero, firmato peraltro da un altro criminale di guerra italiano, quale era stato Badoglio durante il regime fascista in Africa.
Insomma: chi ha ordinato e gestito il bombardamento di Isernia doveva essere processato quale criminale di guerra, così come lo dovevano essere tutti i criminali di guerra italiani che avevano operato durante il regime di Mussolini in Africa e nel Balcani, e tanti altri nazisti, che invece hanno vissuto bene fino a 90 anni con laute pensioni, finiti nell’oblio del famoso “armadio della vergogna” scoperto solo venti anni or sono.
Chi scrive, oltre a rappresentare il pensiero della sezione molisana del PCL, lo fa anche per memoria personale di un suo zio paterno che morì a soli 13 anni, sotto quelle bombe che distrussero Isernia, lasciata per giorni abbandonata sotto le macerie, tra centinaia di morti innocenti.
Ed in proposito va ribadita la più grande indignazione verso quella nefasta giunta di destra che fece demolire lo spazio sportivo intitolato alla memoria del X settembre, peraltro donato da un isernino nel dopoguerra col vincolo legale a quella pubblica memoria; tutto per far posto alla selvaggia cementificazione della città per il profitto della borghesia del cemento, con una spropositata mega opera inutile finita pure sotto inchiesta.
Ma anche di fronte alle mistificazioni della storia ed a gesti sprezzanti della memoria, le nuove generazioni possano ben imparare, anche da questa tragedia che colpì Isernia, come il capitalismo genera le mostruosità disumane delle guerre e del fascismo di cui anche la nostra città fu vittima, e che a farne le spese sono sempre le masse sfruttate, popolari e lavoratrici, di ogni paese, qualunque sia il colore della pelle.
IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente