Di origini kosovare, residente in Francoforte. Classe 64. Dalip Krieziu arriva a Isernia per una personale di pittura e scultura. Lo Spazio Arte Petrecca lancia la sua seconda esposizione nello Spazio Cent8anta, nel centro storico della città pentra, per un mese intero: dal 19 dicembre al 19 gennaio, attraversando tutte le vacanze di Natale, dal martedì alla domenica, dalle 17 alle 20. L’occasione per ammirare tele dipinte con magistrale abilità, dalle notevoli dimensioni; sculture ricercate, contemporanee. Alcune opere rientrano nella collezione ‘Faces’: una serie di raffigurazione di volti, impressi su tela, ‘volti lacrimanti, paragonabili a una moderna Sindone in ostensione. Volti di persone anonime unite dalla sofferenza, dal dubbio, dalla diversità, forse dall’incomunicabilità voluta o subita’ spiega il curatore della mostra l’avvocato Gennaro Petrecca. L’occasione giusta per vivere le vacanze natalizie in sintonia con l’arte. Un intento sociale per espandere la visione e la concezione dell’arta nella realtà molisana. Info e prenotazioni: 331/9463240 – 388/6361705
ALIP KRYEZIU PERSONALE DI PITTURA E SCULTURA 19 DICEMBRE – 19 GENNAIO
È consuetudine cercare di trarre dalle opere sottoposte l’animo e la personalità di chi alle stesse ha dato forma, vita, colore. E in genere nello sconfinato universo dell’arte contemporanea è più difficile rimanere folgorati, attratti da una forza magnetica, da tele che incuriosiscano a tal punto dal volerne conoscere l’autore, il cui volto deve essere oggetto di una conferma, di un’idea quasi platonicamente innata che le opere imprimono attraverso la retina.
Dalip ha questa capacità attrattiva: dalla nota, dal suono, dallo scatto, dall’immagine, cerca di trarre un concetto, una sintesi, non solo della rappresentazione fine a se stessa quanto della mano che quella nota, quel suono, quell’immagine ha prodotto.
L’incarnazione di un selvaggio metropolitano, di un felino che si nutre della conoscenza, di una curiosità indomabile, una calamita che attrae qualunque cosa folgori il suo interesse. I suoi luoghi di vita ne costituiscono la riprova: collezioni di chitarre, di macchine da presa e fotografiche, di oggetti inusuali sono un simbolo da cui si intuisce un oceano in tempesta mai appagato e alla ricerca di continui stimoli e sfide da portare a termine con la caparbietà che lo anima.
La serialità di un filone di opere, che potrebbe apparire quasi maniacale, i numerosi volti accennati e mai delineati fino in fondo, uniti da un uso spregiudicato del colore e della materia, sono la proiezione dello stesso artista trasposta sulla tela. Una personalità inquieta, multiforme, mai doma della ricerca, dell’analisi freudiana della personalità, consapevole dell’effetto devastante della globalizzazione ritratta in tanti ovali, apparentemente simili, eppure ciascuno diverso dall’altro; specchio di una umanità che non è più autentica. Miliardi di maschere che animano il pianeta terra e che pur avendo un’origine comune tendono a sbiadirsi, a perdere colore, a omologarsi in una umanità monocorde, asfittica ma nello stesso tempo resa multiforme dalla mano del pittore.
L’opera pittorica di Dalip è straordinaria per i molteplici spunti di profonda riflessione che dalla stessa possono derivare. In alcune delle opere ‘Faces’ si rileva anche un certo misticismo, una religiosità profonda: alcune sono volti lacrimanti, paragonabili a una moderna Sindone in ostensione, a volti di persone anonime unite dalla sofferenza, dal dubbio, dalla diversità, forse dalla incomunicabilità voluta o subita. Un magistrale uso del pennello e delle asimmetrie che paiono casuali ma che danno la vera connotazione all’opera; destabilizzano l’osservatore, stravolgono la fisionomia con un voluto effetto primitivo, con una scomposizione cubista delle forme, mentre le pennellate trasversali che si incrociano danno forza espressiva al tutto donando armonia al quadro con un colore di sfondo dominante.
L’Umanità variegata di Dalip è l’umanità che da Picasso passa attraverso Basquiat, Aboudia, con un richiamo al suprematismo in un mix di grande impatto visivo che è molto presente nelle avanguardie berlinesi e tedesche in genere.
Le origini kosovare, grandi conflitti etnici e politici, i viaggi in Europa con un rifugio anche in Molise, aspro e selvaggio come la terra di origine, e l’allocazione più o meno stabile in Germania sono tutti elementi che fanno quadrare un cerchio immaginario: quello di un uomo che avrebbe tanto da raccontare, anche applicandosi nella scrittura qualora gli riuscisse congeniale.
Le numerose esposizioni internazionali, i riconoscimenti ottenuti, la riconoscibilità con la quale Dalip marca in modo quasi animalesco il territorio in cui transita e staziona, lo rende un grande interprete della pittura contemporanea, nella speranza che le sue eruzioni creative non perdano mai di energia e di originalità.
Avere un artista di tale caratura in Molise è motivo di orgoglio e di grande soddisfazione nella speranza che le avanguardie creative, il cui scopo primario è proprio quello di fungere da collante tra popolazioni ed etnie diverse, siano un’occasione per sdoganare le frontiere della nostra piccola terra, facendole parlare, attraverso l’arte, un linguaggio universale.
Gennaro Petrecca