C’è poco da fare, hai voglia a gridare ai quattro venti che la cosa pubblica è un diritto-dovere costituzionale, intoccabile, da amare! A chi lo vai a dire?! Per capire certi argomenti devi confrontarti con il sapere, con lo studio, con la ricerca, con i documenti, con i libri, con le fonti, con i segni, insomma, con la cultura! Ah certo, a chiacchiere son tutti buoni, meno arte si intravede con i fatti, con la pratica. Infatti, regolarmente, quando ti trovi a rivendicare il rispetto del bagaglio, del patrimonio culturale, allora ti accorgi che di fronte ti ritrovi individui che la cultura, non voglio nemmeno dire la pratica culturale, non sanno nemmeno dove sta di casa. E così tra scandali e politiche fallimentari, ti accorgi che ti ritrovi degli amministratori, dei rappresentanti politici, che non hanno conoscenza del termine cultura, figuriamoci dei luoghi dove essa si esplicita! Lo sapeva Renzi dove sta di casa la Cultura? E lo sapeva Frattura? Erano a conoscenza della biblioteca provinciale di Campobasso e di quella di Isernia? Spero per loro che ne fossero all’oscuro, altrimenti le colpe sarebbero decuplicate! Purtroppo (per loro e per noi) i due paladini della cosa pubblica conoscevano i luoghi deputati, magari non li avevano mai frequentati ma ne avevano sentito parlare, vista la loro enfasi in campagna elettorale in difesa delle biblioteche e non solo. Ma i tagli imposti dal governo impongono un regime di austerità, il 50% delle spese delle province deve essere attuato, i servizi non indispensabili vanno recisi. Ebbene, per una massa di incolti quale sarebbe la spesa da considerarsi superflua? La cultura appunto, le biblioteche nel caso di specie, cosa sennò?!
E infatti l’Albino di Campobasso è stata lasciata completamente al suo destino dalla politica regionale e la Mommsen di Isernia anche peggio, sparirà. Spiragli per quella di Campobasso si intravedono grazie ad un possibile assorbimento da parte del Ministero per i Beni culturali e del Turismo (ma senza nessuna garanzia per il personale della cooperativa), una bella fortuna per Frattura, che farà passare l’operazione come una sua creatura parimenti alle vittorie della Ferrari, mentre per quella di Isernia la morte sarà inesorabile ed arriverà al batter di ciglio dello stesso Frattura, coadiuvato da quell’esempio folgorante di sapere del delegato al ramo, Ioffredi e nel silenzio complice del presidente Coia. Ci troveremo senza biblioteca provinciale, meta quotidiana di decine e decine di studenti, perché magari vanno bene quaranta dipendenti nel reparto amministrativo ma si ritengono superflui cinque funzionari nel settore della cultura! E pensare che potrebbero esistere le condizioni per tenere in piedi la biblioteca senza operare tagli, trovando nelle pieghe dei conti regionali meno di trecentomila euro l’anno. Quisquiglie difronte a venticinque milioni occorrenti per una fantomatica metropolitana leggera! Ma in Molise è più facile perseguire i costosissimi interessi personali che trovare quattro soldi per una biblioteca! Cultura! E che sarà mai questa sconosciuta! La GAM, l’Ittierre, lo zuccherificio, solo per citarne alcune, hanno visto i loro destini infrangersi contro lo scoglio del disinteresse regionale perché considerate partecipate costose, perché la regione non poteva farsi carico di operazioni a forte valenza privata, ci sarebbe da controribattere per ore, ci e vi risparmiamo, ma allora perché non intervenire sul patrimonio pubblico questo fastidioso orpello! Mi dispiace ma a questa ennesima vigliaccheria sociale non ci sto e così, unitamente ad operatori, frequentatori e cittadini, GIOVEDI’ 31 MARZO ALLE ORE 10.30 porteremo la nostra protesta ai piedi del palazzo della provincia di Isernia per denunciare lo stato delle cose, le complicità, gli sprechi, l’inciviltà e la mancanza di cultura nei confronti del bene pubblico. E l’occasione sarà quella giusta per riportare all’attenzione la situazione drammatica dei cantonieri che stanno per finire definitivamente per strada!
Emilio Izzo