Circa un mese di crisi al Comune di Isernia, perché alla fine la “montagna partorisse il topolino”, tanto rumore per nulla, le cose restano fondamentalmente com’erano all’inizio. Ormai la politica della città di Isernia resta nelle mani di Campobasso e Riccia, non ci sarebbe nulla di male se ciò fosse foriero di condivisione e progettazione di uno sviluppo territoriale che vedrebbe Isernia decollare, invece rappresenta sempre più un campo di battaglia per la supremazia delle varie anime di pensiero all’interno del PD molisano e non mi riferisco ai Civatiani, quelli ormai sono rilegati a Campomarino.
E intanto Isernia vive un dramma, che investe migliaia di famiglie di Isernia, ormai il nucleo industriale di Isernia – Venafro è un ricordo delle molteplici attività aziendali che davano lavoro e benessere al popolo isernino, ormai assistiamo a cattedrali nel deserto che non producono più niente, stessa crisi nel nucleo industriale di Pettoranello, per non parlare della chiusura dell’Ittierre, che ha dato la stangata definitiva a quel poco di economia. Ormai basta passeggiare per Isernia per constatare la chiusura di molte attività commerciali e la difficoltà in cui quelle esistenti si dibattono, si nota a vista d’occhio l’esiguità della popolazione, un territorio in agonia. E’ che dire della pochezza di sensibilità di una Amministrazione comunale nei confronti delle persone disabili e dei poveri, a quest’ultimi ci si era impegnati a non farli pagare i tributi comunali e di provvedere subito all’istituzione di una mensa pubblica, belle intenzioni, che sono restate nel cassetto, belle parole che non hanno trovato corrispondenza è proprio vero i poveri a nessuno interessa più di tanto, se non fosse per l’unica Istituzione la Chiesa, che fa quello che può. E i giovani? Ormai vanno via e spesso assieme ai genitori, visto che non riusciamo a dare una prospettiva di lavoro e quindi di futuro!Come appare lontano il tempo in cui il mio maestro di musica Pier Giuseppe Baccaro, musicò la canzone SERNIA MEJA scritta da Sabino d’Acunto, vero inno di un Popolo fiero e laborioso come quello isernino, che non si meritano la pochezza d’attenzione politica che stanno subendo.
Il Presidente Regionale del Guerriero Sannita