Corso di formazione della Fondazione Neuromed per giornalisti, avvocati e professioni sanitarie

La Fondazione Neuromed promuove il corso di formazione dal titolo ‘Da Lombroso alla
risonanza magnetica funzionale: Giustizia e nuove frontiere delle Neuroscienze’ che si terrà
mercoledì 19 giugno, a partire dalle ore 9.00, presso l’Aula Magna del Polo Didattico
dell’I.R.C.C.S. Neuromed in Via dell’Elettronica, Pozzilli. L’evento è stato organizzato in
collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Molise, l’Ordine dei Medici di Isernia e
l’Ordine degli Avvocati di Isernia, vede altresì la collaborazione della Camera Penale di Isernia,
l’Università degli Studi del Molise ed è valido per la formazione ECM delle professioni sanitarie,
per i giornalisti e per gli avvocati.

Il corso rappresenta una proposta formativa volta ad esplorare l’intersezione tra neuroscienze,
giustizia ed etica. In un’epoca in cui la diagnostica per immagini e le neuroscienze aprono nuovi
orizzonti nella comprensione dei meccanismi cerebrali sottostanti al comportamento umano, questo
corso mira a indagare come tali avanzamenti possano influenzare il concetto di responsabilità
individuale, ‘piena capacità di intendere e di volere’ e ‘seminfermità mentale’.

Alla fine dell’800 Cesare Lombroso tentò di rendere scientifica la criminologia, con teorie oggi
screditate e considerate pseudoscientifiche. Gli ultimi sviluppi in termini di risonanza magnetica
funzionale e di neurocriminologia sembrano avviarsi su una strada simile, con ben altri strumenti e
cautele.

Qual è l’autorità che distingue tra comportamento malintenzionato e disturbo mentale? Quanto è
realmente libero un individuo di optare per azioni malefiche? Nel contesto odierno, dove le scoperte
delle neuroscienze si fanno strada anche all’interno delle aule di giustizia, influenzando le decisioni
su intenzionalità e volontarietà degli accusati mediante l’impiego di metodi di neuroimaging e studi
di genetica del comportamento, queste domande diventano inevitabilmente cruciali.

Le correlazioni tra substrati biologici e comportamenti devianti, l’impatto delle condizioni prenatali
e ambientali sulla predisposizione alla violenza, e il ruolo della corteccia prefrontale e dell’amigdala
nel modulare le emozioni e i comportamenti impulsivi, saranno alcuni dei temi affrontati per
comprendere meglio la complessità della mente criminale.

Attraverso un approccio multidisciplinare, il corso si propone di offrire ai partecipanti una
panoramica sullo stato attuale delle conoscenze nel campo delle neuroscienze applicate al mondo
della Giustizia. Un dibattito sul libero arbitrio, la responsabilità penale in presenza di anomalie
cerebrali, e le potenziali applicazioni di queste conoscenze nella prevenzione del crimine, nella
valutazione del rischio di recidiva e nella riabilitazione dei trasgressori.

Commenti Facebook