Oltre alla straordinaria partecipazione di circa 300 persone con la presenza di tanti giovani, l’iniziativa è stata anche un importante momento di confronto e di sintesi tra le tante associazioni presenti, tra i sindaci e lo stesso parco. Hanno preso parte all’evento il WWF Molise; l’associazione Terra Sancti Vincentii; Salviamo L’orso, l’associazione Il Nibbio, le sezioni Cai di Napoli, Castel di Sangro e di Montaquila; rappresentanti del centro studi CISAV.
Presenti i sindaci di Barrea, Pescasseroli, Civitella Alfedena, oltre ai rappresentanti dei comuni di Opi e Alfedena. Presente anche la senatrice Gabriella Di Girolamo. Lo stesso direttore del PNALM Luciano Sammarone ha partecipato all’evento per tutta la sua durata.
Il coordinamento e i presenti hanno rappresentato al direttore il sostegno della comunità al PNALM, fiduciosi che questo contributo, unito all’autorevolezza e alla volontà dell’ente, sarà in grado di respingere le pressioni che sicuramente gli verranno rivolte dal proponente il progetto e da altri potentati. La nuova centrale non sarebbe un potenziamento dell’attuale, ma un nuovo impianto.
Infatti a detta della stessa ENEL, l’attuale impianto resterebbe operativo anche dopo la realizzazione di PIZZONE II; non sarebbero utilizzati gli attuali tunnel, ma ne verrebbero realizzati di nuovi; l’opera verrebbe realizzata sempre nel cuore del parco e i cantieri di servizio nella zona contigua causando la frammentazione degli habitat e interrompendo i corridoi ecologici necessari alla sopravvivenza di specie animali e vegetali, primo fra tutti l’orso, simbolo del parco, che ne pagherebbe pesantemente le conseguenze.
Tutti i contributi si sono incentrati sulla netta contrarietà all’opera esprimendo vicinanza e solidarietà al Parco. Molti interventi, a partire da quello del WWF si sono soffermati anche sulle notizie che circolano rispetto alle presunte mitigazioni del progetto delle quali fino ad oggi non è stato reso pubblico alcun riscontro documentale. Ad ogni modo va considerato che la realizzazione dell’impianto, anche se dovesse passare da 300 a 150 MW, manterrebbe comunque lo stesso impatto ambientale sulle aree protette circostanti e comunque, mantenendo probabilmente la stessa struttura, risulterebbe predisposto per un raddoppio di potenza in futuro. In buona sostanza stiamo assistendo a un restyling del progetto originario nel tentativo di rendere accettabile un’opera che resta incompatibile con l’ambiente nel quale viene proposta.
Facciamo quindi appello all’opinione pubblica affinché diffidi di operazioni mediatiche che sono solo specchietti per le allodole e che tentano di far passare un progetto devastante per l’ambiente e l’economia, come un’opera necessaria ed ecologicamente sostenibile.