Tutti i soggetti protagonisti della crisi apertasi al Comune di Isernia dichiarano che “non è una crisi politica, ma amministrativa”. Tranne qualche giovane segretario, ancora non sufficientemente esperto, dai 10 firmatari del documento che ha aperto le danze, al Sindaco che ha ritirato le deleghe ai suoi Assessori, alla Segretaria Regionale del PD che finge di cadere dal pero, fino al parlamentare Danilo Leva che recita la parte del “responsabile” che ha a cuore gli interessi della città, del suo partito e del Sindaco da lui fortemente voluto è tutto un coro intonato e concorde: “non c’è nessuna ragione politica all’origine di ciò che è accaduto”.In effetti, la politica, che è una visione organica che guida e indirizza gli atti e le decisioni della Giunta Comunale, del Sindaco e dell’intero Consiglio, è stata ed è totalmente assente dalle azioni e dal pensiero dei nostri Amministratori.L’attuale crisi non è determinata dallo scontro tra idee contrapposte su come affrontare la decadenza di Isernia che, da cittadina capoluogo di Provincia, ricco di molteplici e variegate potenzialità, corre il rischio, nel giro di poco tempo, di tornare ad essere il semplice “paesone” che era negli Anni Sessanta.
Qual è invece il senso della critica dei dissidenti ? Qual è il loro bersaglio e, soprattutto, quali sono le soluzioni che mettono in campo per la città?Leggendo il loro documento, oltre a delle critiche generiche, non emerge alcun rilievo specifico o riferimento a fatti o decisioni prese dalla Giunta e dal Sindaco che evidenzi un’ analisi matura e articolata sull’operato, né viene esposta alcuna idea alternativa o un abbozzo di progetto che dia un segno di rottura, o perlomeno di discontinuità, tale da giustificare l’abbandono del Consiglio Comunale.Non c’è la denuncia dell’aumento delle Tasse Comunali portate al loro massimo storico; non si parla del pessimo funzionamento della macchina amministrativa denunciata dal documento dei dipendenti comunali; non vi è alcun cenno ai disagi derivati dalla mancata ristrutturazione della S. Giovanni Bosco e dalla chiusura del plesso scolastico S. Pietro Celestino portato alla luce dalla petizione dei genitori dei bambini. E che dire della questione dell’Università e di come è stata affrontata? O della cementificazione di parte della Villa Comunale che tante proteste ha provocato? O, ancora, della pessima gestione dell’Auditorium? Per non parlare del Centro Storico che, secondo la retorica profusa in campagna elettorale, doveva essere il perno della rinascita cittadina e invece langue nel degrado e nell’abbandono.Potremmo continuare a lungo.
Non c’è settore in cui l’attuale Amministrazione abbia brillato per lungimiranza, non vi è una strategia politico-amministrativa complessiva, ma solo piccoli stratagemmi conditi da presenzialismo e superficialità, improvvisazioni ed estemporaneità, alla ricerca continua di visibilità da parte dei vari Assessori, delegati senza portafoglio, componenti e dirigenti di Commissioni Consiliari o semplici Consiglieri.Tutto ciò abbiamo potuto constatare ad un anno e mezzo dall’insediamento della attuale maggioranza.Dopo una difficile ed inquieta convivenza, dopo la guerriglia incessante per l’allargamento della Giunta, le scaramucce per l’assegnazione di nuove deleghe ai Consiglieri , sono scoppiate ufficialmente le ostilità. Si sono manifestate alla luce del sole, tutti contro tutti.La maggioranza che va da SEL a esponenti di Destra è deflagrata.Al momento è difficile anche solo capire quale sia il posizionamento degli attori in campo: Fanelliani contro Leviani, ex-allievi di Michele Iorio contro i rivoltosi, ex-Consiglieri di Destra contro il Sindaco che viene dalla stessa area culturale, amministratori scafati che hanno cambiato diverse casacche contro giovani di belle speranze, etc etc.
Come abbiamo denunciato sin dal suo debutto, il Centro-Sinistra-Destra isernino è un coacervo di interessi personalistici, un assemblaggio mal riuscito senza indirizzo né guida autorevole né tantomeno coesione interna, con personalità interscambiabili con il Centro-Destra come già avvenuto nel passato.Due anni fa definimmo questa accozzaglia politica un incesto mal riuscito!Alla luce di quanto sta avvenendo, si capisce ancora meglio il motivo per il quale fu copiato integralmente il programma elettorale di un altro Comune, nel tentativo di darsi un tono e una dignità, in mancanza di proprie idee e progettualità originale.I nodi stanno emergendo sempre più chiaramente. Ora questo inetto e piccolo ceto politico locale sarà impegnato a cercare nuovi equilibri, in una bagarre che avrà come obiettivo il collocamento e il riposizionamento dei vincitori nei posti migliori, ridisegnando la geografia interna con nuove ripartizioni di poltrone, poltroncine e sedioline a disposizione.La migliore collocazione per se stessi, in spregio e a scapito del Bene Comune.
Questo è il motivo dell’attuale crisi.
Probabilmente, per la paura di perdere eventuali elezioni a meno di 2 anni dall’insediamento, riusciranno a salvare la consiliatura, rispolverando metodi spartitori che ben conosciamo, in continuità con le precedenti Amministrazioni.In quest’ ottica possiamo concordare che quella che stiamo vivendo al Municipio di Isernia non è una crisi politica, ma solo una guerra intestina per il potere locale tra le varie fazioni, clan, correnti e sottocorrenti del Centro- Sinistra- Destra di Isernia e del Molise.
Celeste Caranci