Il programma di Piero Castrataro sindaco torna a far sperare in un futuro alternativo rispetto a una realtà che, se ribadisse la gestione recente, rischierebbe di scivolare ulteriormente nel declino economico, demografico e sociale. La scelta è tra il rilancio del territorio, attraverso la valorizzazione delle sue risorse, o il prolungamento della crisi che da decenni attanaglia la nostra città.
Dopo più di un anno di COVID, il Mezzogiorno nella sua ripresa economica vede aumentare ulteriormente il divario rispetto alle regioni del Nord ( Svimez 2021 ). Se negli oltre 15 mesi di epidemia si sono accentuate le disuguaglianze socio-economiche, nei 15 anni precedenti si erano già visti gli effetti sulla popolazione: dal 2002 al 2017, il Sud ha subito un saldo migratorio negativo pari quasi alla popolazione della città di Napoli.
Isernia è una delle principali protagoniste di tale tendenza. Nella nostra provincia, durante il 2020, si è registrato uno tra i saldi migratori peggiori d’Italia, con una perdita di popolazione del 6 ‰. Dati molto preoccupanti, in linea con i valori negativi dell’ultimo quinquennio. Questa tendenza, insieme al calo delle nascite, ha portato a una popolazione sempre più anziana (l’indice di vecchiaia locale nel 2020 è stato di 231 contro il 179 nazionale. Nel 2002 era di 157 contro 132). D’altro canto, nel 2020 anche il tasso di crescita naturale è stato tra i più bassi d’Italia (con un decremento del 9 ‰ e un numero di decessi che supera decisamente quello delle nascite), portando al tasso di crescita totale peggiore tra le province italiane:
-15 ‰ (Istat, indicatori demografici). Nel comune di Isernia, in soli 6 anni la popolazione si è ridotta quasi del 5%: da 21.981 abitanti di inizio 2015 a 20.972 di fine 2020 (Istat, bilancio demografico). Questa tendenza, se confermata, porterebbe a un irreversibile declino demografico.
Questi numeri parlano della storia delle centinaia di persone che, negli anni, hanno dovuto lasciare la città per studio o per lavoro, giovani maturandi e adulti disoccupati, sapendo che difficilmente sarebbero tornate. Per la scarsa dinamicità economica e per un’inesistente visione di futuro delle politiche locali, molti isernini, per scelta o per necessità, hanno dovuto sperimentare un’opportunità altrove.
L’effetto negativo è stato duplice: da un lato, la mancanza di un’alternativa valida per tornare a casa e, dall’altro lato, l’emorragia di intere generazioni che – una volta terminata la loro formazione – sono dovute rimanere a lavorare fuori regione. A chiare lettere: molti, troppi giovani, o persone produttive (in particolare con meno di 50 anni), hanno messo la loro preparazione al servizio di altre realtà italiane o estere.
Finalmente, dopo anni di politiche di quartiere finalizzate alla mera conferma degli equilibri locali, nel programma della coalizione di Centrosinistra, Isernia provincia d’Europa, traspaiono una nuova sensibilità e un’attenzione rinnovata al problema che molti di noi hanno vissuto sulla propria pelle.
Noi non abbiamo mai smesso di coltivare il sogno di una città che si dimostri capace di crescere e di migliorarsi, che riesca ad attrarre e valorizzare chi è partito o chi vuole restare. E abbiamo colto nel programma di Piero la capacità di leggere e di interpretare l’esigenza condivisa di ricostruire una comunità che sappia parlare a se stessa e ascoltare le esigenze del territorio, senza i soliti giochi di poltrone ma con un grande senso della collettività capace di aprirsi all’Italia e all’Europa.
Per tutta questa serie di motivi, ci sembra fondamentale nel programma proposto l’attenzione rivolta alla scuola e alla sanità. Questi servizi pubblici sono capisaldi del diritto di cittadinanza, ma anche elementi fondanti della competitività di un territorio sul medio e sul lungo periodo. Di pari passo va l’interesse al rilancio della ricerca e dell’economia che può derivarne, a un turismo sostenibile e integrato, al valore della cultura, dell’associazionismo e dello sport.
Ci auguriamo che l’opportunità di scegliere di tornare a Isernia diventi alla portata delle
generazioni di studenti e di lavoratori che finora non ne hanno avuto la possibilità. E speriamo nella più ampia affluenza possibile alle urne, da parte degli isernini, in particolare se indecisi o orientati all’astensione, per una scelta chiara di cambiamento.
Comitato spontaneo di isernini fuori sede* in sostegno di Piero Castrataro
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