Si chiude Domenica 8 gennaio 2017 la mostra dedicata a NICOLA BELLONI CERAMISTA. Il finissage si terrà alle ore 18:00 presso la Sala Espositiva dell’Auditorium di Isernia. Previsto l’intervento di Gioia Cativa, critico e storico d’arte dell’associazione e la presentazione del catalogo della mostra edito da Terzo Millennio Editore.
Mi piace pensare che Nicola Belloni sia stato un cacciatore di forme prima ancora che di cacciagioni. Dal rituale della caccia proviene gran parte del campionario faunistico della sua produzione fittile e di molte scene pittoriche. Dall’atteggiamento del cacciatore mutua lo spirito di “perseverante ricercatore”, che trasferisce nell’attività pedagogica delle cui tracce vivide è permeata tutta la generazione di artisti che da lui, prendono “forma”. Nella caccia ci sono i colori alchemici che di Belloni rappresentano il personale codice cromatico: il verde dei prati e della collina; il blu dell’empireo; il rosso del sangue e del fuoco. Colori che esprimono i sapori della tradizione mediterranea che Belloni condivide con gli altri capofila della generazione alla quale appartiene come Arrigo Visani, Serafino Mattucci, Giorgio Baitello, Gerrino Tramonti. Belloni riedita l’iconografia della tradizione classica con assoluta originalità avvalendosi quindi degli strumenti della forma e del segno per scoprire e sperimentare il nuovo. Il ragionato vocabolario dei morfemi come l’ovale o l’ellisse, la mezza luna, il tubolare, le dentiforme, si combina da una parte con i soggetti tematici trattati come quello della famiglia, degli animali favolosi e metafisici, del tema floreale, delle nature morte, dei calligrammi, delle allegorie sociali e dell’altra alla sinfonia coloristica caricata di chiose tanto ermetiche quanto affascinanti. Nell’elegia della caccia Belloni rilegge l’importanza dei valori basici della natura e la grande responsabilità dell’uomo di dominarla, tramandandoci in questo modo anche la più atavica e incommensurabile lezione morale. Al momento della caccia segue infatti quello della famiglia e della condivisione del focolare domestico, che Belloni occupa da protagonista per condividere emozioni, sentimenti, senso dell’unione e dell’aggregazione. Belloni della medesima realtà ci propone il diritto e il rovescio senza assumere difese faziose e anche con cauto antivedere rispetto alle istanze cubiste; trova l’equilibrio magico che fa della politica sterile una geografia di forme e colori. L’invito che ci rivolge Belloni è allora quello di protendere il nostro intelletto verso “una morigerato complicarsi della vita”. Con indole del cacciatore, la cui fame non si sazia pagando il piatto pronto ma andando a caccia di piatti sempre nuovi. Per tutta la vita Nicola Belloni è rimasto instancabile “cacciatore di forme”.
[estrapolato da: “NICOLA BELLONI CERAMISTA”, Isernia, Terzo Millennio Editore, dicembre 2016, dal testo di presentazione di Antonio Pallotta: “Il cacciatore di forme”, pag. 9]
(Foto Antonio Pallotta)