Continua a restare senza parroco il ridente paese ai piedi del Castello Pandone, Cerro al Volturno che da sempre ha potuto contare, sia per la consistenza demografica che per l’estensione territoriale, su un parroco effettivo, su una persona che prima di essere parroco, con tutti gli onori ed oneri che un ruolo così delicato ed educativo comporta, sia innanzi tutto “uno di noi”. Cerro al Volturno nella sua millenaria storia ha conosciuto tanti, diversi parroci. Dal 1946 e per 60 anni c’è stato un parroco che ha gestito e superato numerose situazioni sociali, economiche e culturali locali di modesta difficoltà; un parroco che veniva a vivere la realtà di un paese che traeva dall’agricoltura e dall’allevamento il proprio sostentamento e dove le famiglie vedevano svanire nel nulla le ricchezze accumulate a causa degli orrori della guerra e che nonostante ciò dovevano affrontare il periodo della ricostruzione, all’epoca non scolarizzato adeguatamente e quindi carente in ogni settore.
Ma le virtù carismatiche hanno fatto sì che quel parroco centrasse in pieno l’obiettivo, ridando linfa vitale ad una comunità toccata nel profondo dagli eventi bellici. Un parroco, quindi, che ha cresciuto intere generazioni. Tutto questo fino al 2006. In quell’anno infatti, a causa delle precarie condizioni di salute dell’allora prelato di Cerro al Volturno, il Vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro decise di mandare a Cerro un nuovo priore, Don Ennio Lembo. Un sacerdote, anch’egli che ben presto ha dimostrato di possedere tutte quelle peculiarità necessarie per risolvere ogni qualsivoglia circostanza tesa ad intaccare gli ideali tipici di cristianità e di unità, che poi hanno sempre contraddistinto la nostra Parrocchia Assunzione di Maria Vergine nella valle del Volturno e nell’intera Provincia. Come dimenticare la numerose iniziative assunte, la nascita del coro “Toto Corde”, la creazione del giornalino parrocchiale “L’Eco del Castello” che grazie alla tenacia dei protagonisti ed alla convinzione della bontà e della utilità dell’iniziativa è arrivato a farsi conoscere nelle redazioni dei giornali pontifici e negli ambienti vaticani, all’epoca abitati da Papa Benedetto XVI, nelle Istituzioni provinciali, regionali e nazionali e risvegliando ricordi ormai sopiti da tempo. Così come è impossibile dimenticare l’arrivo a Cerro della Madonnina di Fatima, evento religioso di risonanza regionale che attirò migliaia di fedeli, la Missione Gioventù Ardente Mariana dei sacerdoti missionari di tutto il mondo che ebbero momenti di raccoglimento e preghiera per tre giorni a Cerro al Volturno nell’agosto del 2009, come anche i tanti convegni con temi di strettissima attualità, veda droga, bullismo, fumo ed alcol, con l’intento di educare la parrocchia ed i giovani in particolare. Tutte attività queste che sono state per 4 anni il cuore pulsante della Parrocchia! Uniti, però, sono stati superati anche periodi più grigi che, in un certo qual modo, volevano ledere i valori cattolici. Per quattro anni ha avuto per tutti, in ogni ora del giorno e della notte, parole di conforto, di solidarietà, facendo sentire sempre la sua vicinanza. Poi, nel 2010, per motivi tutt’oggi mai noti alla comunità, c’è stato l’avvicendamento con un altro sacerdote, Don Vincenzo Frino. Parroco umile, dal cuore tenero e molto lavoratore che ha portato in chiesa tanti giovani, così come in precedenza aveva fatto don Ennio. A lui ed appunto a don Ennio che ne avviò l’iter burocratico, si deve l’apertura del Oratorio Parrocchiale, dove nei suoi due anni di permanenza a Cerro ha ospitato incontri ludici e ricreativi con i ragazzi del catechismo della prima Comunione e della Cresima, ha organizzato incontri formativi di conoscenza della Bibbia, ha incontrato periodicamente nelle case di ognuno i tanti ammalati che purtroppo non hanno la possibilità di recarsi in chiesa, raccogliendone sfoghi, gioie e dolori, ha organizzato tante uscite di natura religiosa per anziani e giovani, riproponendo dopo anni il Presepe Vivente e creando la Passione Vivente. Purtroppo da gennaio 2012, pur apprezzando, sia chiaro, lo sforzo di chi adesso si prende cura della comunità di Cerro al Volturno religiosamente parlando, dividendosi già con altre Parrocchie, si vive una situazione di precarietà e di disagio, sia nella vita quotidiana dove purtroppo manca la figura del parroco punto di riferimento per intere famiglie, dal bambino al giovane, ai genitori ed agli anziani. Ma manca nello specifico il parroco nella vita parrocchiale, per le funzioni, le festività, la recita della Santa Messa e del Santo Rosario, così come manca il parroco che organizza pellegrinaggi, momenti di svago con i ragazzi, iniziative sia a livello parrocchiale che diocesano, che interagisca con gli altri parroci e le altre comunità limitrofe, tutte più piccole demograficamente, ma tutte invece con un parroco a tempo pieno. Cerro al Volturno ha bisogno di tutto questo, di un parroco che non venga solo ed esclusivamente a dire Messa la Domenica, rimanendo distante dalle esigenze e dalle istanze dei fedeli, specie gli anziani, che vivono uno sentimento di abbandono e di sconforto, che hanno visto venir meno, ormai sul tramonto della loro esistenza terrena, una figura da loro hanno vissuta con massimo rispetto e partecipazione. Ma anche i giovani, ad eccezione dei bambini che devono ricevere il sacramento della Comunione e che vengono seguite egregiamente dalle locali catechiste, ormai non frequentano più gli ambienti parrocchiali, sia durante la settimana che la domenica. E si sa che la Parrocchia, insieme alla scuola ed alla famiglia rappresenta ancora uno dei tre capisaldi della formazione umana e sociale dei ragazzi, in un momento di emergenze educativa dove c’è bisogno di chi non ha perso di vista mete precise nella vita e valori umani e morali, presentandosi come una certezza agli occhi di chi si deve preparare alle sfide del mondo. L’urgenza di assegnare alla comunità cerrese un parroco a tempo pieno per tutti i motivi in precedenza illustrati è forte, in modo tale da trovare soluzione ad un problema che quotidianamente si fa sempre più pesante.
Riccardo Rossi