Borse Lavoro, stop all’assistenzialismo. Galasso: non più accesso indiscriminato alle forme di intervento

L’avviso pubblico per l’assegnazione di 30 borse lavoro, con cui il Comune di Isernia intende sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, costituisce una vera novità nel campo delle politiche sociali. Infatti, al classico criterio reddituale emergente dall’attestazione ISEE sono previsti punteggi aggiuntivi in base all’eventuale disabilità del borsista, alla composizione del nucleo familiare e a precedenti esperienze lavorative idoneamente documentate.Il tutto, come già chiarito dall’assessore Galasso nel corso della conferenza stampa , secondo l’attribuzione aritmetica di punteggi stabiliti e senza alcun margine di discrezionalità. Inoltre, l’avviso si rivolge esclusivamente a soggetti non in cerca di prima occupazione, ovvero con una disoccupazione non superiore a 36 mesi. La ragione della scelta amministrativa sposa, dunque, un cambiamento di rotta rispetto alle precedenti: non più un accesso indiscriminato alle forme di intervento in favore del disagio economico .
Su tale questione, la consigliera di maggioranza Ida Sassi ha affermato: «L’attento esame della condizione lavorativa di un territorio, quale preliminare atto politico-amministrativo per la programmazione ed attuazione di interventi ad hoc, non può prescindere DALLA valutazione di quanto accaduto nel recente passato allorquando misure similari sono state adottate dall’amministrazione. Ebbene, oggi risulta chiaro che l’indiscriminato accesso alle borse lavoro favorisce il permanere dell’assenza di occupazione nei confronti di molti soggetti, i quali per anni non sentono la motivazione a cercare altre forme di reddito, restando in attesa del bando comunale. Ecco perché l’amministrazione ha deciso di stabilire un tetto massimo: 36 mesi (3 anni) è un tempo più che ragionevole per ammettere la difficoltà a trovare un’occupazione. È lecito chiedersi – ha aggiunto la consigliera – come sia possibile che intere famiglie restino indigenti per anni e anni (visto l’ISEE costantemente presentato), e che l’assenza di lavoro dei componenti sia interrotta soltanto da periodi lavorativi corrispondenti a borse lavoro. L’avviso pubblico del Comune di Isernia vuol porre fine ad un concetto di politica sociale basata sull’assistenzialismo: gli interventi per il disagio economico non devono creare ‘dipendenza’ nei destinatari, ma devono essere improntati al rispetto e alla valorizzazione della capacità dei singoli di rendersi autonomi nel provvedere a se stessi.
Un sistema di governo fondato sulla dipendenza dei cittadini – ha concluso Sassi – è solo linfa per disagio ed emarginazione, come spesso è dato constatare nella nostra città».

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