La mobilitazione sulla questione Sulmona-Carpinone, a cui la rete di associazioni e parti sociali aveva dato seguito con un comunicato, intitolato “Ora o mai più!”, all’indomani della VII Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate svoltasi il 2 marzo, trova in questi giorni il suo momento realizzativo, alla vigilia cioè del weekend di treni turistici d’epoca sulla linea, organizzati da Fondazione FS con il contributo del Parco Nazionale della Majella che garantiranno la manutenzione della tratta scongiurandone la più volte paventata chiusura definitiva.
La recente novità che vede il rinnovato interessamento del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. alla manutenzione ed alla riapertura della linea per fini turistici, fa ben sperare nell’ottica della prospettiva più ampia di un ripristino dei collegamenti ordinari di trasporto pubblico, specie nella relazione Pescara-Napoli, da tempo oggetto delle richieste delle associazioni in quanto vera linfa vitale in termini di utenza e secondo tipologie di relazioni ferroviarie studiate negli orari, nelle cadenze e nell’integrazione con il trasporto su gomma.
In linea con questa ottica si aggiunga che la direzione intrapresa con i lavori di unificazione delle stazioni RFI e FAS a Castel di Sangro e di riarmo della storica rete sociale di Sangritana, ripristinerà l’anello di collegamento ferroviario in Abruzzo troppo frettolosamente abbandonato negli anni scorsi a danno delle reali esigenze dei poli industriali della Val di Sangro di far circolare i propri manufatti su rotaia verso gli importanti sbocchi portuali del Tirreno di Napoli e Salerno.
Solo in questa direzione sarà possibile realmente unire tre grandi esigenze del territorio: trasporto, lavoro, turismo.
L’associazione Culturale LEROTAIE, composta da volontari appassionati molisani ed abruzzesi, è da anni in prima linea per la salvaguardia della storica linea ferroviaria Sulmona-Carpinone, non può che accogliere positivamente questa nuova grande opportunità e si rivolge ufficialmente, in vista delle elezioni regionali abruzzesi, ai quattro candidati alla presidenza della regione Gianni Chiodi per la coalizione di centrodestra, Sara Marcozzi per il Movimento 5 Stelle, Maurizio Acerbo per la lista di sinistra Un’Altra Regione e Luciano D’Alfonso per la coalizione di centrosinistra, per sollecitare una loro circostanziata presa di posizione in merito, dati alla mano e scevra da ogni promessa tipicamente elettorale.
Presso la Regione Abruzzo, dal giugno 2013, è depositato uno studio di fattibilità elaborato dalle associazioni addette ai lavori: la regione, titolare del contratto di servizio con Trenitalia (attualmente in scadenza e non rinnovato) ha i poteri per ripristinare i collegamenti ordinari sulla linea, secondo le convenienze in termini di costi e servizi suggerite nello studio, restituendo a tutta la popolazione peligna, altosangrina e molisana una importante via di comunicazione che per giunta, possibilità unica da non lasciarsi scappare, è una concreta e vincente possibilità di sviluppo di una nuova ed appetibile forma di turismo sostenibile.
L’appello dell’associazione, alla vigilia delle partenze dei treni del 17 e 18 marzo da Sulmona, sarà un’occasione per capire le intenzioni di tutti gli attori coinvolti in un momento di svolta della vita politica ed amministrativa regionale: oltre infatti alla coincidenza con la tornata elettorale, il contratto di servizio sul trasporto ferroviario che la regione Abruzzo ha con Trenitalia è in scadenza e i nuovi scenari che coinvolgono la “Transiberiana d’Italia” aprono prospettive interessanti che dovranno essere al centro dell’agenda politica della futura amministrazione regionale.
Come accennato i temi sono molteplici e tutti strettamente collegati: trasporti, lavoro, ambiente, turismo.
La grande opera delle associazioni sulla storica linea ferroviaria di montagna che ne ha riportato l’attenzione a livello nazionale, ha dimostrato che il ripristino dei treni, e quindi di una importante via di comunicazione Adriatico-Tirreno, importante perchè è oltretutto un utile servizio per le comunità residenti, è in grado di generare lavoro e sviluppare l’indotto, fatto di professionalità del mondo del turismo, produttori enogastronomici, artigianato, esercenti, ristorazione, ricezione alberghiera e servizi connessi.
È necessario quindi che i nuovi amministratori regionali affrontino la questione con la serietà ed il metodo che essa merita, in raccordo con le associazioni che da tempo seguono la vicenda e che hanno già pronte soluzioni convenienti in termini di bilanci e di ricadute reali sulle comunità residenti.
Ciò che è mancato finora è solo la volontà politica; oggi l’occasione è irripetibile e probabilmente è l’ultima, lasciarsela scappare è un delitto contro un intero territorio.