Dopo la pubblicazione inerente la Provincia di Isernia, apparso su “L’Espresso” n° 10 del 12 marzo 2015 a firma di Fabrizio Gatti, la Responsabile del Servizio Turismo, Cultura, Musei e Beni Culturali Dr.ssa Emilia Vitullo replica con una nota stampa che riportiamo di seguito:
Com’è noto, l’articolo in questione, nella parte dedicata alla Provincia di Isernia, si conclude con la seguente affermazione: “L’ufficio turistico apre alle 9 tutti i mercoledì, dice il cartello. Sono quasi le 11, è mercoledì. Ufficio turistico chiuso”. Scrivo nella mia qualità di Responsabile del Servizio Turismo, Cultura, Musei e Beni Culturali, e quindi anche responsabile del funzionamento del Presidio Turistico Provinciale di Isernia. Premetto che negli ultimi mesi non si è mai verificata la chiusura del Presidio Turistico e che, pure quando in passato il Presidio è rimasto occasionalmente chiuso, di ciò è stata data comunicazione agli utenti mediante l’affissione di un cartello informativo. L’articolo, evidentemente, allude al fatto (grave) che il Presidio fosse chiuso indebitamente. In esso si fa riferimento alla venuta a Isernia del giornalista in un non meglio precisato mercoledì, che però non è difficile identificare nella data dell’11 febbraio scorso, giorno in cui si è tenuto, presso la sala Gialla della Provincia, il convegno dell’Ordine dei Commercialisti di Isernia, citato dall’articolo stesso. Mi è stato quindi possibile tentare una ricostruzione oggettiva di quanto accaduto quel giorno, nel tentativo di dimostrare inconfutabilmente che l’affermazione non fosse vera.
Ricordo bene quella giornata, una giornata di lavoro particolarmente intenso per diversi motivi: in primis, la necessità di fornire alcuni atti a una collega, in vista di una scadenza; l’appuntamento in ufficio con un imprenditore del luogo, che si è protratto per quasi due ore, il quale aveva necessità di essere assistito per un evento promozionale a carattere turistico in vista di un convegno in programma per il giorno successivo presso la Camera di Commercio di Isernia; infine, ricordo distintamente quella giornata a causa delle mie condizioni di salute non proprio ottimali.
Tutto questo per dire che posso affermare, senza ombra alcuna di dubbio, che mai come quel giorno sono rimasta nel mio ufficio per tutta la mattinata. All’interno del Presidio Turistico, inoltre, erano presenti con me gli altri tre addetti. Preciso che la presenza dei collaboratori è attestata non solo dalle firme di presenza, ma anche dal controllo che posso personalmente effettuare, essendo il mio ufficio ubicato all’interno del Presidio Turistico nel quale essi svolgono le attività di front-office aperte al pubblico.
Ma la presenza – si potrebbe obiettare – non serve ad accertare che il Presidio fosse effettivamente aperto al pubblico. In realtà non si capirebbe perché, essendo presenti almeno in tre all’ora indicata nell’articolo, la porta avrebbe dovuto rimanere chiusa. In ogni caso, poiché non pretendo di essere creduta solo sulla parola, l’apertura del Presidio può essere attestata da quanti, due persone in particolare, all’incirca a quell’ora vi hanno avuto accesso, senza aver certo avuto bisogno di bussare per farsi aprire. I loro nomi, nonostante entrambi mi abbiamo espresso solidarietà e disponibilità ad attestare quanto ho dichiarato, non faccio qui per evidenti motivi di opportunità.
Volendo evitare una inutile difesa fatta solo di parole, ho quindi cercato, con l’aiuto dei colleghi dell’Ufficio Personale e del Centro Elaborazione Dati, di documentare il più possibile la presenza mia e degli altri collaboratori nell’ufficio. La timbratura del cartellino attesta la mia presenza dalle ore 9,07 alle ore 14,57: ovvio, non basta, visto che essendo io un pubblico dipendente sono implicitamente tacciata di essere un’assenteista che, dopo aver timbrato la presenza, se ne va allegramente al bar. Ho quindi chiesto se fosse possibile avere notifica del traffico telefonico effettuato dai telefoni fissi del Presidio Turistico e traccia dell’accesso al sistema informatico che documentasse in maniera dettagliata le operazioni compiute sui computer, come ad esempio l’utilizzo del sistema Windows, gli accessi a internet ecc., in modo da comprovare l’effettivo utilizzo dei computer nel corso della giornata, in particolare intorno alle ore 11,00. Pare che non registriamo le telefonate in entrata e che il sistema informatico può rilevare solo gli orari di accensione e spegnimento dei computer, mentre i tabulati completi sono accessibili solo alla Polizia Postale, che dunque mi riservo d’interpellare. Ho chiesto comunque i tabulati telefonici, sperando che le telefonate in uscita possano essere d’ausilio al mio tentativo di documentare i fatti.
In ogni caso, in data 11 marzo, ho inviato una mia comunicazione al Presidente della Provincia, al Segretario Generale, al Direttore Generale e al Dirigente del Settore, con la quale ho chiesto formalmente agli Amministratori e ai Dirigenti dell’Amministrazione di attivare ogni possibile ulteriore intervento teso all’acquisizione di riscontri oggettivi, in base ai quali attivarsi in ogni sede ritenuta opportuna per la tutela dell’onorabilità non soltanto mia e dei miei collaboratori, ma anche e soprattutto di quella dell’Ufficio e di tutta l’Istituzione. Ma soprattutto ho chiesto loro, altrettanto formalmente e con l’onestà intellettuale che il caso impone, che se invece dovessero emergere oggettivi riscontri alle affermazioni riportate nell’articolo siano applicate nei miei confronti le opportune misure disciplinari, previste dalle Leggi o dai Regolamenti vigenti, che sanzionino eventuali miei comportamenti non conformi agli obblighi contrattuali o al codice etico di comportamento dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Spero sempre che l’attenzione di quanti svolgono il delicato compito d’informare sia rivolto qualche volta a quanti vivono il proprio lavoro nel pubblico con dignità, amor proprio e senso del dovere, che non mi vergogno di rivendicare, di ostentare e soprattutto di riconoscere a quanti, pur nella precarietà, mi affiancano ogni giorno con uno slancio e una dedizione difficili da immaginare per coloro che non hanno per la pubblica amministrazione che disprezzo e spregio. Certo, non voglio generalizzare a mia volta, non sono tutte rose e viole e non siamo tutti degli stachanovisti votati alla causa: noi, dal di dentro del sistema, ne conosciamo bene tutte le magagne. Ma non si parla che di quelle, agitandole pure quando non esistono, finendo per trascinare nel tritacarne tutto e tutti.
A nessun giornalista interessano mai i progetti messi in campo nel turismo, le buone pratiche riconosciute all’esterno e certificate da risultati tangibili in ordine alla resa, in ricaduta economica sugli operatori del settore, degli investimenti pubblici, alla difficoltà giornaliera di portare avanti, tra esiguità economiche e inadeguatezza politica, un lavoro che pure in alcuni momenti è stato appassionante, per il quale non ci siamo risparmiati, mai ripagati appieno per gli sforzi compiuti.
Tuttavia, noi restiamo ugualmente qui, caparbiamente a disposizione di quanti vorranno capire, conoscere davvero e soppesare, sia pure criticamente e con rigore, il nostro lavoro e le difficoltà nelle quali lo svolgiamo. Sempre che il piano degli esuberi non abbia eclissato me e mandato a casa i miei precari ed efficienti collaboratori, il Presidio Turistico provinciale di Isernia è al piano terra del grigio Palazzo della Provincia, aperto tutti i giorni dalle nove all’una. Pure alle 11 di un qualunque mercoledì.
Il Responsabile del Servizio Turismo, Cultura, Musei e Beni Culturali Dr.ssa Emilia Vitullo