Da più parti giungono voci di un forte ridimensionamento della Camera di Commercio del Molise, che riguarderebbe però la sola sede di Isernia: addirittura si parla di chiudere la sede di Isernia, per mettere in vendita l’immobile. I servizi camerali sarebbero ridotti ad un mero sportello da allocare in uffici in affitto, a quanto pare presso la Provincia di Isernia. Le motivazioni di una tale scelta che potremmo definire quantomeno inopportuna, se non scellerata, risiederebbero in una non ben definita inidoneità dell’immobile (che peraltro è stato oggetto di recenti lavori di ristrutturazione) o comunque nel fatto che appare sovradimensionata rispetto alle esigenze.
Con la medesima insistenza si parla di mobilità, e della messa in esubero di una ventina di unità di personale camerale su una dotazione organica di 56 unità.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali Autonome CSA e DICCAP FENAL ritengono queste voci, se confermate, molto pericolose, in quanto per l’ennesima volta rimarrebbe disatteso il principio, sempre sbandierato a gran voce, della specificità montana della provincia di Isernia, che viene progressivamente svuotata di servizi, rafforzando quelle scelte politiche che accentuano il processo di marginalizzazione e desertificazione sociale ed economica che ormai da tempo contraddistingue la nostra realtà.
Fanno appello quindi a tutti i portatori di interessi, ai Sindaci della Provincia di Isernia ed in particolare al Sindaco di Isernia ed al Presidente della Provincia Pentra, affinchè facciano sentire forte la loro voce contro tale ipotesi di progressivo smantellamento del sistema camerale e di chiusura forzata della sede di Isernia.
La preoccupazione non è solo per i posti di lavoro, il cui spostamento in altre sedi o addirittura la messa in esubero porterebbe ad un concreto impoverimento del tessuto sociale, con 20 famiglie in difficoltà economiche, ma in particolare per i cittadini che subirebbero le conseguenze negative prodotte da un servizio/disservizio riversato tutto su Campobasso. Appare ovvio che i costi per le imprese ed i professionisti per raggiungere Campobasso andrebbero a gravare sull’utente finale, cioè, il cittadino.
L’idea di procedere alla vendita dello stabile camerale appare poi rivestita di rosee illusioni, vista la situazione del mercato immobiliare purtroppo stagnante da anni, con l’intento poi di reperire risorse che essendo “una tantum” non potrebbero comunque risolvere i problemi di equilibrio finanziario dell’ente.
Sarebbero invece ipotizzabili ad avviso di queste OO. SS., altre situazioni, che sfruttino ad esempio i locali affacciati su Corso Risorgimento per l’insediamento di attività private, come spazi di co-working, e con la conseguente riscossione di affitti che potrebbero compensare i costi di gestione dello stabile ed avviare anche un proficuo percorso di integrazione e di simbiosi tra pubblico e privato.
Del resto, ricordiamo che tempo addietro esisteva una convenzione tra le Camere di Commercio di Isernia e Campobasso con la Regione Molise in materia di artigianato, in base alla quale le Camere mettevano a disposizione locali e servizi per la Regione, che effettuava con propri dipendenti regionali gli adempimenti richiesti e corrispondeva alle Camere ben 80 mila euro annui. Oggi invece, per accordi non molto comprensibili, lo stesso servizio è stato dato in delega alle Camere di Commercio, che provvedono con il proprio personale e le proprie risorse anche al disbrigo delle funzioni del settore Artigianato , ma senza ricevere niente in cambio, neppure un ristoro di spese. Tuttavia su questo ultimo fatto si coglie l’occasione per denunciare che detto servizio stranamente viene fatto svolgere solo al personale della sede di Campobasso, causando in tal modo non solo i disagi agli utenti della Provincia di Isernia ma anche danni attuali e futuri per gli impiegati della sede di Isernia che si vedono sminuiti del loro lavoro.
Ci sarebbero quindi margini per reperire risorse per non privare il territorio di Isernia e delle province circostanti di altri servizi ancora: la sede camerale di Isernia, infatti, è anche un punto di attrattività per le imprese dei dintorni, da Castel di Sangro a Sulmona, da Mignano a Capriati a Volturno, e perfino da province più lontane, con ricaduta sul tessuto commerciale, dei servizi e anche turistico del nostro territorio.
Prima di giungere a soluzioni estreme e penalizzanti occorre tentare le vie del buon senso e della condivisione con le parti sociali, oltretutto nel quadro di un’evoluzione normativa e organizzativa del sistema camerale ancora in itinere.
Tanto premesso le Organizzazioni Sindacali CSA e DICCAP CONFSAL chiedono a tutte le istituzioni locali della Provincia ed in particolare al Sindaco di Isernia ed al Presidente della Provincia di intervenire, anche con manifestazioni che coinvolgano i cittadini, affinchè cessi questo veloce svuotamento di uffici, di funzioni e di attività che sta subendo Isernia giorno per giorno e che sta portando all’inevitabile impoverimento di tutta la zona.
Appello in difesa dei servizi camerali della provincia di Isernia
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