“Un episodio gravissimo quello accaduto al Veneziale di Isernia. Evidentemente neanche la pandemia ha posto un argine alle violenze subite dal personale sanitario. Occorrono azioni concrete per evitare che episodi del genere si verifichino ancora. Al di là dei provvedimenti in via di approvazione in Parlamento, credo sia giunto il momento non solo di riattivare il posto di polizia dell’ospedale, ma anche di proteggere le guardie mediche, almeno con un sistema di videosorveglianza. Bene ha fatto, il collega Di Lello, a denunciare l’episodio: queste vili aggressioni non possono e non devono essere tenute nascoste. A lui giunga la solidarietà e il pieno sostegno da parte dell’Ordine dei medici di Isernia”.
Così il presidente dell’Omceo di Isernia, Fernando Crudele, commenta la grave aggressione subita da David Di Lello, medico anestesista in servizio al Veneziale, a quanto sembra da parte di un familiare di un ricoverato. Il collega è stato colpito con un pugno all’orecchio, riportando ferite giudicate guaribili in 8 giorni.
A raccontare l’episodio lo stesso di Lello: “Ero stato chiamato per un’urgenza. Appena sono arrivato – si legge sull’Ansa – una persona mi ha chiesto se ero un rianimatore e mi ha sferrato un pugno. Nonostante fossi tramortito ho prestato assistenza e poi mi sono recato in Pronto Soccorso, non potendo portare a termine il turno per le condizioni di salute“.
Di Lello, oltre a presentare denuncia in Questura e a chiedere all’Asrem un’indagine interna, si è posto un interrogativo: è possibile che, in piena emergenza Covid-19, siano presenti persone diverse dai malati in corsia?
“Condivido in pieno la sua riflessione – ha commentato il presidente dell’Ordine dei medici di Isernia –: premesso che in nessun modo può essere giustificata un’aggressione, nemmeno la morte di una persona cara, è assurdo che ciò avvenga in un ospedale, per giunta in piena pandemia. Quando, cioè, in ospedale dovrebbero esserci solo i malati e il personale in servizio. Purtroppo – ha aggiunto Crudele – le violenze subite dai medici hanno subito sì una flessione in queste ultime settimane, ma siamo ben lontani dalla soluzione del problema. Il Parlamento, è vero, sta per dare il via libera a una legge che dovrebbe tutelare maggiormente il personale medico e paramedico. Ma credo sia necessario rafforzare anche i servizi di vigilanza, oltre alle pene. Al pronto soccorso di Isernia l’assenza del posto di polizia si sta facendo sentire. Anche il servizio di guardia medica, soprattutto nelle ore notturne, dovrebbe essere tutelato in maniera più incisiva. Un sistema di allarme collegato con le forze dell’ordine, unitamente alla videosorveglianza, potrebbe rappresentare un primo importante passo in avanti. Per questo – ha concluso il presidente dell’Ordine dei medici di Isernia – rinnovo il mio invito ai vertici della sanità regionale, affinché intervengano con azioni mirate a tutela di medici e paramedici”.
Sulle violenze e le aggressioni subite dai medici, la Fnomceo ha avviato da tempi non sospetti una campagna di informazione che ha portato a sbloccare e accelerare l’iter del disegno di legge relativo alle “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”.
Dopo il recente via libera all’unanimità da parte della Camera, si aspetta l’approvazione definitiva da parte del Senato. La Fnomceo, per dare maggiore forza a questa battaglia di civiltà, ha anche promosso diverse campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.