Resto meravigliato e sconcertato dai toni utilizzati dalla candidata sindaco del PD, in risposta alle mie valutazioni espresse in merito alla sua idea di devolvere, in favore di una costituenda fondazione comunale, il 5×1000 del reddito. In merito, ho ritenuto di esprimere, garbatamente, soltanto il mio personale punto di vista, argomentandolo adeguatamente, lungi da me la volontà di procedere a qualsiasi attacco nei confronti della persona, metodo che, come tanti sanno, non mi appartiene. Evidentemente, data la reazione risentita e spropositata e la caduta di stile, la candidata ritiene che nessuno abbia il diritto di esprimere opinioni ed osservazioni in riferimento a quanto da lei dichiarato, dimostrandosi in tal modo impreparata ad affrontare il clima della competizione elettorale.
Le frasi della candidata rivolte nei miei confronti, risultano di una durezza inaudita, sono irrispettose ed al limite dell’offesa personale e meritano, quindi, una risposta puntuale per il corretto ripristino della verità.
Vorrei, innanzi tutto, evidenziare come la candidata, che non manca in ogni occasione di ricordare a tutti noi di essere avvocato e, quindi, evidentemente, di conoscere il “fatto suo”, ignori, invece, che da diversi anni, è possibile devolvere direttamente il 5×1000 a sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza del contribuente (normativa introdotta per la prima volta dalla finanziaria 2006 – legge 23 dicembre 2005, n.266), senza la necessità di dover costituire un’apposita fondazione comunale che persegua le medesime finalità. Dov’è, dunque l’idea innovativa? Peraltro, questa possibilità concessa al cittadino-contribuente, a conferma delle perplessità che ho esternato sull’argomento nelle mie osservazioni, non ha prodotto sinora significativi risultati finanziari per il nostro Comune.
Per quanto riguarda l’accusa di un Comune di “gabellieri” ed una ”amministrazione inquisitoria che ha prodotto macelleria sociale”, la stessa va decisamente respinta al mittente.
In proposito invito la candidata, circondata, assistita e consigliata, in perfetta continuità con il passato, da quelle stesse persone che hanno fatto parte integrante o hanno sostenuto palesemente la maggioranza della precedente amministrazione comunale, ad esaminare il rendiconto della gestione comunale risalente agli anni 2013 e 2014.
Scoprirebbe in tal modo che i tributi locali sono stati tutti elevati da quell’amministrazione ai massimi livelli, che non è stato mai adottato il piano triennale di contenimento delle spese previsto dall’art. 2, commi da 594 a 599, della Legge 244/2007; che si è registrata un’assoluta carenza di attività per la riscossione dei crediti vantati dal Comune, che non è stata svolta alcuna attività per il recupero dell’evasione tributaria. Tutto ciò nonostante i reiterati rilievi mossi all’ente dalla Corte dei Conti e dai Revisori contabili.
E’ probabilmente questa la “macelleria sociale” a cui faceva riferimento la candidata?
Per quanto mi riguarda, con il comportamento e con i fatti e non a chiacchiere, in qualità di consigliere di minoranza ho preso sempre le distanze da questo modo di amministrare, opponendomi ogni volta, coerentemente e nelle sedi competenti. Battendomi, al contrario, per un’amministrazione corretta e onesta, rispettosa della persona, che persegua la solidarietà sociale ed il sostegno alle fasce più deboli, il contrasto agli sprechi di denaro pubblico e all’evasione ed una gestione della cosa pubblica accorta ed equilibrata al fine di ridurre al massimo la pressione dei tributi locali.
L’esatto contrario delle inaccettabili accuse che mi sono state rivolte.
Giacomo d’Apollonio