Abbandonati sì, derisi e offesi no! Da mesi senza un contratto e da diversi giorni in presidio, per vedere riconosciuto un percorso lavorativo cristallino e di indubbio valore sociale. Incontri, pacche sulle spalle, incoraggiamenti, sostegni, ore e ore rubate alle famiglie al solo scopo di ottenere un banale rinnovo contrattuale, due mesi due, per lasciare un barlume di speranza proprio a quelle famiglie che aspettano risposte dai loro genitori che si assentano per tanto, troppo tempo. Sindaci, amministratori di ogni tipo, persino il vescovo hanno manifestato il loro stupore e meraviglia difronte ad una situazione dalla facile soluzione ma che purtroppo non vede la luce. Appare evidente ai più che ci troviamo difronte ad un presidente di provincia che ha sostituito il proprio dovere, la propria anima e sensibilità con un contenitore di ghiaccio, tale da renderlo simile ad un rottamatore di istituzioni, ad un traghettatore di interessi, ad un liquidatore di società piuttosto che un rappresentante della cosa pubblica. Sordo, o ancora peggio, insensibile a qualsiasi sollecitazione. Persino il consiglio dei sindaci si è visto negare l’ascolto dovuto, se non quello di facciata, per vedersi elargire ripetutamente melasse, infinite, stucchevoli, stancanti, autoreferenziali, bugiarde ed inutili sproloqui e mai propenso ad ascoltare realmente quanto gli viene detto, contestato, proposto. Persino l’ultimo incontro avuto con la CGIL, il CSA e i lavoratori, ha evidenziato l’amore viscerale che il presidente Coia ha per il suo ego, per la sua oratoria “copia e incolla” ed al contrario nessuna volontà di affrontare la realtà, quella che si evince dalle carte portate al tavolo, le stesse che si rifiuta sempre di leggere. Nemmeno uno straccio di verbale se non quello che si può dedurre dalle parole dei presenti e dai documenti che il sindacato CSA ha preteso che venisse messo agli atti. Ma quali atti ti puoi aspettare da un rappresentante pubblico che, ad oggi, non ne ha prodotto uno che sia uno, che possa confutare quelli da noi proposti?! I nostri, gli unici, fino a prova contraria, che dimostrano la bontà delle legittime richieste e che pretendiamo vengano discussi nelle sedi opportune.
Ebbene, con il presente documento, annunciamo la conferma del presidio che però da lunedì 7 novembre si sposterà sotto il palazzo di governo a partire dalle ore 10.30 e da lì incontreremo la stampa per illustrare le oscene sceneggiate di un non lungimirante presidente e per definire il percorso futuro. Sarà l’occasione per salire ancora una volta dal Prefetto per ottenere in quella stessa giornata un tavolo di garanzia, così come dal vicario definito e promesso nell’ultimo incontro in prefettura, un incontro definitivo con provincia, regione e lavoratori, ognuno con le proprie carte e ragioni e per uscirne con una risposta definitiva, che sia sì o che sia no, ma una risposta motivata con documenti alla mano e non con prolissi e ripetuti discorsi elettorali. Non cederemo di un passo, convinti della bontà delle nostre motivazioni e delle belle parole di conforto di S.E. il Vescovo, il quale ha voluto sottolineare tutta la sua vicinanza, lasciandoci confidenzialmente un “andate avanti, non mollate!”, se sarà necessario il panettone di Natale lo mangeremo insieme sotto alla tenda del vostro presidio. Ormai da anni non assisto alla messa di Natale, quest’anno se questa vertenza non finirà positivamente come speriamo, chiederò ufficialmente al vescovo che ne celebri una al presidio, funzione di saluto al Signore, che viene da noi ad assistere alle vergogne sulla terra. ( Emilio Izzo)