Varie ed eventuali/Turismo nel Molise, anno zero

di Pietro Colagiovanni

Tanto tuonò che piovve. Il Molise, forse per la prima volta in vita sua, ha conosciuto un consistente afflusso di turisti, in alcuni casi anche dall’estero ed è diventata una meta pianificata e offerta dalle agenzie di turismo e dalle piattaforme di prenotazioni online. E’ un dato di fatto, positivo e un punto di partenza su cui poter ragionare. Ma appunto si tratta di un punto di partenza. D’altronde il Molise era l’unica regione italiana a non essere ancora interessata dai grandi flussi turistici stagionali, era l’unica fuori da ogni giro di promozione e quindi sia pure in ritardo prima o poi la cosa doveva succedere. Il turismo vive di nuove mete e di curiosità, di offerta che si deve rinnovare quasi ad ogni stagione ed una regione italiana ancora sconosciuta è una buona opportunità di affari per gli operatori del settore. Il Molise e soprattutto la classe dirigente locale non hanno però grandi meriti in questo sviluppo, attardati come sono in promozioni senza senso, loghi che ricordano una lavanderia industriale e sperpero di risorse per accontentare amici e clientes di turno. Si è trattato di un fenomeno esogeno, quindi, che ha colto gli stessi molisani di sorpresa. Detto ciò cosa hanno trovato questi speranzosi e curiosi viandanti in cerca di vacanza? Un posto molto bello, ricco di natura, di storia e di sapori interessanti. Un posto poco inquinato, tranquillo, con ritmi lenti e pacati. Poi però hanno trovato degli abitanti totalmente impreparati ad accoglierli. 50 anni di orgogliosa autonomia regionale non hanno consentito al Molise di avere una infrastruttura di viabilità decente. Non ci sono treni, non ci sono aerei e pure le automobili e i pullman si avventurano in mulattiere, strade difficoltose e spesso senza manutenzione da anni. Le principali arterie sono inadeguate e una di loro, la Bifernina che porta sulla costa, oggetto principale del turismo, è interessata da cinque anni da lavori di manutenzione che non finiscono mai, con semafori e deviazioni continue. Con la beffa che spesso i semafori segnalano cantieri (vedi il famoso viadotto Petriana) che cantieri non sono perché non ci lavora nessuno da mesi se non da anni. La sanità per i turisti è pressoché inesistente anche perché la sanità in Molise non esiste per i suoi abitanti figuriamoci se può esistere per chi ci viene a soggiornarci solo qualche giorno. L’offerta degli operatori specializzati è carente, sempre con le dovute ma non sufficienti eccezioni. I ristoranti sono pieni di gente che non ha mai studiato la professione, che ritiene di saper cucinare ma non è vero e che pensa solo a portare conti esagerati rispetto alla qualità del cibo servito. Di alberghi praticamente non ce ne sono e ci si affida ad una miriade di bed e breakfast chain molti casi non sono altro che vetusti appartamenti sfitti da cui trarre un po’ di reddito per pagarci l’ Imu. Alcuni stabilimenti balneari sulla costa sono più adatti ad ospitare un film sul turismo balneare degli anni 60-70 o un museo del turismo storico che non ad accogliere turisti del terzo millennio. Insomma il Molise è bello ma mancano le infrastrutture dell’accoglienza, i servizi di accoglienza e non c’è alcuna cultura dell’accoglienza. Potrà cambiare tutto ciò? Boh, al momento intanto è così.

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