di Pietro Colagiovanni
L’economia è conosciuta come la scienza triste. Ma da noi la si potrebbe chiamare piuttosto la scienza sconosciuta. Nei vetusti programmi della scuola italiana continuano a imperversare le vicende dei Sumeri, l’Antico Egitto, l’analisi microscopica di un romanzo noioso e forse datato come i Promessi Sposi ma nessuno vi insegnerà in 20 anni di studi, incluso il ciclo magistrale dell’Università, cos’è e come funziona un conto corrente bancario. Eppure l’economia è la base della nostra vita, il momento irrinunciabile di qualsiasi scelta di vita, il fondamento di ogni nostra ambizione, rapporto, opzione e percorso esistenziale. Sarà triste, e forse per questo è così denominata, ma purtroppo è così. E questa ignoranza di fondo fa comodo a tanti, soprattutto a chi governa le leve del potere, Un popolo ignorante è più facile da gestire, un popolo ignorante e affamto addirittura è alla mercè di qualsiasi potere costituito.Ecco perchè sull’economia l’apparato di propaganda che si fa passare come mondo dell’informazione sull’economia si scatema e fa passare per reale, vero, scientifico ogni sorte di corbelleria. L’ultima che mi fa arrabbiare in modo profondo riguarda la serie di aumenti a raffica dei tassi dinteressi europei decisi dalla Banca Centrale Europea per combattere il mostro dell’inflazione.Tutti vedendo questi austeri e impettiti signori in grisaglia che decidono del nostro mutuo e dei nostri soldi, improverendoci, danno loro fiducia. Ma quello che stanno facendo è assolutamente demenziale ed avrà l’unico obiettivo non di fermare l’inflazione ma di colpire la classe media e la gente comune. Un obiettivo forse voluto, visto il discorso sul potere prima affacciato ma comunque raggiunto con una misura completamente sbagliata. L’aumento dei tassi sderve a combattere l’inflazione quando c’è crescita, c’è richiesta di beni e servizi, c’è scarsità di lavoratori. L’economia, si dice in gergo, si surriscalda e aumentando i tassi, riducendo i prestiti e rendendoli più onerosi si diminuisce la pressione sul sistema, lo si raffredda. Ovviamente non è questo il caso dell’Europa e men che meno dell’Italia da decenni è alle prese con un’economia di scarsa e difficoltosa crescita.
L’inflazione, nel caso attuale, deriva invece da quello che viene definito uno shock esterno, ossia l’essersi affidati per le forniture energetiche ad un signore, Vladimir Putin che oggi è un nostro nemico mentre prima era un ottimo fornitore di beni indispensabili al funzionamento della società. Quindi l’aumento dei tassi lungi dal colpire le cause dell’inflazione ha l’unico effetto di colpire ulteriormente un’economia in difficoltà, portandolo dritti dritti in un territorio di cresciat negativa. Ci arriverebbe pure uno studente di economia ai primi esami universitari non ci arriva la Bce che anzi si ostina a picchiare duro,colpendo soprattutto i ceti più deboli, le famiglie indebitate e già alle prese con bollette energetiche salite alle stelle. Ma questo alla signora Lagarde (di cui ricordo, più delle competenze economiche. soprattutto un’appassionata lettera inviata all’allora Presidente francese Nicolas Sarkozy) e ai suoi compagni interessa poco. Si fa quello che è giusto fare, anche se poi non è giusto. Ma tanto la signora Lagarde non deve rendere conto a nessuno, non è stata mai eletta da nessuno e certamente non ha il problema di pagare una rata di mutuo in crescita alla fine del mese. E alla fine della fiera un popolo più affamato si gestisce molto meglio, quindi..va bene così.