Pietro Colagiovanni
Non mi annovero tra i fan di Vincenzo De Luca, anche se lo ritengo un irresistibile cabarettista, dai tempi giusti ed esilaranti. Ma la sua crociata contro quell’assurdità che è il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di medicina mi trova completamente d’accordo. E ammiro il fatto che nel silenzio di governi di ogni ordine, natura, collocazione ed estrazione politica (la norma è stata introdotta prima del 2000) solo lui abbia avuto il coraggio di chiamare questa autentica porcheria con il suo nome: truffa e associazione a delinquere. L’Italia ha un disperato bisogno di medici, visto che nei prossimi tempi andranno in pensione almeno 50.000 camici bianchi. Ma ogni anno l’accesso alla professione medica è limitata, dal ridicolo Stato italiano, a circa 15.000 persone (quest’anno sembra che l’asticella sia stata alzata a 17.000 ma cambia poco). Attenzione però: non è che fra qualche anno avremo 15.000 nuovi medici perchè il tasso di dispersione e abbandono, specie nel primo anno di corso universitario, è molto alto. Va considerato, inoltre, che si candidano ai test di accesso oltre 70.000 persone ogni anno, quindi di fatto si impedisce a moltissimi cittadini di poter studiare quello che desiderano. Ma perchè una norma così suicida soprattutto per la salute degli italiani? De Luca è stato esplicito: dietro i concorsi universitari per l’accesso alla facoltà di medicina si è sviluppato un gigantesco business, una macchina di soldi capace di corrompere gli stessi decisori politici, un fiume di danaro davvero impressionante. Si tratta soprattutto dei corsi, costosi e non sempre utili che forniscono la preparazione per superare i test, a loro volta allucinanti, che il candidato deve superare per essere ammesso alla facoltà, Un esempio lo ha fatto lo stesso De Luca:: in una domanda di presunta cultura generale devi scegliere, tra quattro parole, quella che non ha nulla nessun legame con le altre. Alla fine si scopre che l’unica parola che non c’entrava con le altre tre era quella che non conteneva il nome di una città italiana. Cosa diavolo abbia a che fare questo quizzetto da Settimana Enigmistica con la preparazione per un futuro da medico, ma anche con la cultura e con la logica generale non è dato sapere. Ma c’è ulteriore business anche sui quiz, sia per la loro realizzazione sia per il mercimonio che si scatena tra pubblicazioni, manuali di esercitazione et similia(vedi la recente inchiesta di una Procura sulla vendita delle risposte esatte agli enigmi del test). Insomma questa storia orribile ci conferma quello che già sapevamo. Una classe dirigente corrotta e ignorante, affamata di soldi e potere, sta distruggendo la salute degli italiani, impedendo agli stessi di avere professionisti in numero sufficiente per curare le loro patologie. De Luca ha avviato una battaglia che spero sia sostenuta da tanti e riesca vincente, eliminando un gravissimo scandalo italiano. Intanto, però, al governatore della Campania va il mio plauso più convinto.