Varie ed eventuali/ L’Italia non è un paese per gente che pensa

Pietro Colagiovanni

Sarà che io sono per natura un bastian contrario ma ormai sono rassegnato all’idea che l’Italia, un paese meraviglioso gestito da persone orribili, sia la patria dei conformisti. Chi è il conformista? Il conformista essenzialmente è uno sfaticato, uno che vuole vivere bene, magari agiatamente, possibilmente lussuosamente senza muovere un dito. Un parassita, in buona sostanza. E quindi nella sua vita sceglie sempre le scorciatoie, le strade più semplici, le soluzioni meno faticose per poter raggiungere il proprio obiettivo.

Ennio Flaiano lo aveva già capito: l’italiano medio è il primo a salire sul carro del vincitore. Per fare questo il conformista è inevitabilmente un ipocrita, uno che difende a spada tratta qualsiasi cosa, qualsiasi idea, qualsiasi soluzione che gli possa consentire di fare la bella vita senza sforzo. Il conformista è schiavo della natura e della sua fisicità perchè per avere una vita agiata è disposto a mettere in naftalina la cosa più preziosa che un essere umano ha: il cervello: E’anche vero che molti conformisti di questa cosa preziosa non sono dotati o ne hanno una dotazione largamente insufficiente ma lo spirito di base rimane: vivere bene senza fare una mazza, senza dare un contributo alla società anzi prendendo dagli altri senza dare nulla in cambio.

Un paese composto maggioritariamente da queste persone crea una società ipocrita, in cui la gente deve dare per buono assunti e verità calate dall’alto perchè seguendole si sta bene, si vive bene e si fatica poco. Ed è per questo ritengo che, più di altre nazioni dove pure il conformismo è presente e forse dilagante, l’Italia sia la vera patria del vivere conforme. Le riprove le ho ormai da tanto, troppo tempo. C’è la pandemia? Panico paura, stare a casa, evitare tutto e tutti, mandare la polizia sulla spiaggia ad un povero cristo che corre. E tutti conformemente a cantare sui balconi come deficienti, a fare incetta di lievito di birra tanto andrà tutto bene. Qualcuno ha pensato che forse erano misure spesso inutili, in alcuni casi ridicole, in ogni caso male organizzate e peggio imposte? Pochissimi, subito zittiti dalla folla dei conformisti. Arriva poi il vaccino e con il vaccino il conformista fa tombola. Anzi sfoga in modo violento e primitivo i suoi istinti più bassi.

Sollevi qualche leggero dubbio, fai qualche domanda, magari pensi che il vaccino vada fatto solo alle persone a rischio e non ai bambini e agli adolescenti? Dagli all’untore, uccidiamolo, sei un no vax, peste ti colga, devi morire tu, la tua famiglia e si deve pure gettare il sale sopra la tua tomba. E’ il lato oscuro del conformista, la pulsione omicida che lo porta a vendicarsi di quelli che invece hanno scelto di lavorare e impegnarsi, magari pure sbagliando ma dando un senso alla propria esistenza che non sia solo quello di vivere nel lusso senza fare mai un c…o. Ma non finisce qui. L’auto elettrica? Il conformismo italiano si scatena: l’auto elettrica è il bene assoluto, nonostante l’elettricità in Italia sia prodotta per circa il 50% da fonti non rinnovabili, che le batterie sono di quasi impossibile smaltimento, che i cinesi hanno un vantaggio inarrivabile nella fornitura dei materiali per la loro costruzione, che anche l’auto elettrica forse inquina magari non con i gas ma con le radiazioni.

Lo ha detto il potere, vogliamo vivere bene senza rotture di scatole, dicono così e allora si fa così. Mi taccio sulla guerra in Ucraina dove, a legittime domande sugli assetti complessi di un mondo che forse conosciamo poco (Kiev è stata la prima capitale della Russia), e di fronte comunque ad una brutale aggressione il conformista ha risposto o con “schiacceremo le reni alla Russia” oppure con “ma gli Ucraini perchè non si arrendono che a noi ci costano un botto, tra bollette e forniture militari?”. Una tristezza. Il conformismo è dilagante e imperante e potrei continuare per settimane con gli esempi. Nessuno usa la propria testa ma si va dietro alla verità comoda imposta dall’alto senza se e senza ma. Anche perchè il conformista di tempo per pensare non ne ha, impegnato com’è ad arraffare quanto più possibile per nutrire la propria vita da parassita. L’Italia, semplicemente, non è un paese per gente che pensa.

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