Pietro Colagiovanni
Ha fatto molto rumore la notizia che la Bce, la Banca Centrale Europea ha abbassato i tassi di interesse dello 0,25% dopo una lunga serie di rialzi. Tutti i giornali, le televisioni, i siti di informazione online hanno dato grande risalto all’avvenimento e, aggiungiamo noi, hanno fatto bene. I tassi di interesse condizionano in modo stringente la vita di ciascuno di noi, basti pensare alla rata del mutuo o a quella di un qualsiasi finanziamento che abbiamo in essere o che vogliamo eventualmente richiedere. Ma la domanda che mi pongo è un’altra: quanti effettivamente sanno, sia pure a grandi linee, cos’è l’aumento o la discesa del tasso di interesse stabilito dalla Banca Centrale?
Mi voglio spingere ancora più in là: quanti sanno cos’è la Banca Centrale Europea, cosa fa, dove ha sede, perché è importante per la vita di ogni singolo cittadino? La mia sensazione è che sono pochi, se non pochissimi e questa rarefazione, assolutamente pericolosa per la vita sociale e collettiva, non è colpa del cittadino, o non solo del cittadino. Certo potremmo o forse dovremmo studiare e cercare di capire meglio i meccanismi che presiedono alla vita economica di ciascuno di noi. Ma pur volendo non è neanche impresa semplice. I mezzi di comunicazione di massa non aiutano: ripetono acriticamente la velina di turno, non approfondiscono, non danno gli strumenti per approfondire anche perché spesso chi scrive a sua volta non sa quasi nulla di quello che scrive.
Il punto è l’educazione economica più che finanziaria. Anche qui c’è un problema di conoscenza. Nelle scuole cominciano timidamente ad affacciarsi corsi di educazione finanziaria. Ed io penso: andiamo bene. L’educazione finanziaria non ha molto senso se non si è prima educati economicamente. La finanza è una branca, una parte dell’economia (essenzialmente è la parte che si occupa dei fenomeni legati
alla circolazione e agli scambi del danaro) non è un mondo o una disciplina a parte. E quindi si parte già male: prima si devono conoscere le basi dell’economia poi si può avviare un’analisi di alcune sue parti, alcune certamente rilevanti per la nostra vita quotidiana come è la finanza (un mutuo è, ad esempio, un tipico fenomeno finanziario). Il punto è la scuola, come ho già detto in passato. Una scuola persa in programmi vetusti, elitari, slegati dalla realtà. Pieni di teoria, di riflessioni sui massimi sistemi, di categorie e principi ma assolutamente poveri di concetti e strumenti pratici per la vita quotidiana.
Nessuno ti insegnerà mai, in 13 anni di scuola se fai anche le superiori (ma a volte non lo saprai nemmeno se fai l’Università) cos’è concretamente un conto corrente o un mutuo. Invece saprai tutto o tantissimo su civiltà antica ma forse un pochino meno utili alla tua vita quotidiana come i Sumeri o gli Egiziani con le loro sfingi, le loro piramidi e le loro mummie. Conoscerai a memoria un romanzo storico ottocentesco ambientato sul lago di Como ma non saprai nulla di cos’è e a cosa serva o come funziona la Banca Centrale Europea. Questa è
l’Italia, un posto incredibilmente bello e affascinante gestito da un sistema di uomini incredibilmente inefficiente e vetusto, corrotto e ignorante. Peccato, basterebbe davvero poco per vivere bene in un paese meraviglioso e unico come è la nostra nazione.