di Pietro Colagiovanni
Chi mi conosce sa che ho la testa dura, a volte inutilmente dura, ma la mia caratteristica è quella. E ogni volta che mi reco a Termoli, dove il mio centro di formazione, Terminus ha una sede molto attiva e laboriosa mi incaponisco ogni volta di più. Ormai credo che conosciate bene il viadotto Petriana, 232 metri di lunghezza lungo la Bifernina poco prima del distributore di benzina sulla sinistra andando prima dei ponti sul Liscione. Un piccolo viadotto che è interessato da lavori dell’Anas da oltre due anni.
Un piccolo viadotto con due semafori, uno dei quali posto in una posizione di assoluta pericolosità che strozza il traffico, in un’arteria già strozzata da infiniti lavori da cinque anni, in modo irreparabile. Per un lungo periodo sul viadotto Petriana c’era solo un cantiere privo di operai. Non c’era nessuno, un mezzo, una maestranza nulla. Ora si vede timidamente qualche operaio, forse qualche camion, addirittura qualche ruspa. Mai lavori non vanno avanti, o se vanno avanti lo fanno di qualche centimetro al mese. Una corsia sembra terminata
dell’altra si vede poco e quel poco che si vede non lascia adito a dubbi: ci vorranno ancora mesi se non anni per donare alla collettività il viadotto Petriana in sicurezza.
L’Anas, un carrozzone micidiale di cui anche le cronache giudiziarie recenti sono stracolme di notizie, è notoriamente una struttura non brillante (per usare un eufemismo) nello gestire appalti in modo efficiente ed efficace. La stessa Bifernina, prima interessata da un’inchiesta giudiziaria oggi colpita dalle proteste degli operai che non vengono pagati, è sostanzialmente un cantiere dagli esiti fallimentari. Ma questo piccolo viadotto, che in Cina sarebbe stato
risistemato in circa 8 giorni, sfiora il surrealismo. Cosa nascondono questi 232 di strada? Ci sono residui o cimeli storici da preservare, scorie nucleari e radioattive da rimuovere, cosa diavolo c’è che impedisce da anni al viadotto Petriana di essere normalmente circolabile dalle autovetture? La cosa più surreale in questa vicenda tutta italiota è il silenzio delle istituzioni, Regione in primis. Un consiglio regionale sempre pronto a votare inutili ordini del giorno per giustificare la propria presenza e i propri enormi costi di funzionamento non ha mai affrontato la questione, dirimente per la circolazione e l’economia di tutto il Molise.
Né mi risulta che i Presidenti della Regione, attuale e passati, abbiano mai rivolto qualche forma di richiesta all’Anas. Da me interpellato sul punto un paio di di mesi fa un assessore regionale mi ha risposto, anche un po’infastidito “e mica sono lavori regionali, noi cosa c’entriamo?”. Ecco, mi verrebbe da rispondere, lei ha perfettamente ragione. Voi non c’entrate nulla, non solo con i lavori sulla Bifernina e sul viadotto Petriana ma col Molise e con i suoi destini economici e sociali più in generale.