di Pietro Colagiovanni
Ho sempre vissuto e lavorato in Molise. E sempre di più, essendo in una fase di bilanci, credo di aver fatto una sciocchezza, di essermi privato di non meglio precisate prospettive per operare in un territorio che io percepisco ostile e che spesso ostile con me lo è stato. Poi ci penso e dico due cose. Uno: inutile piangere sul latte versato (con un sottotitolo, mai dire mai). Due: il Molise è una terra davvero bella, bellissima. A me piace il Molise, i suoi paesaggi, la sua storia, il suo paesaggio variegato e diversificato, la sua cultura, le sue tradizioni, le sue splendide produzioni enogastronomiche, la sua natura spesso rigogliosa e sorprendente. Molto meno mi piacciono i molisani (ovviamente non tutti) specie quelli che, come classe dirigente dovrebbero avere la responsabilità di valorizzare le tante risorse di questa terra, per farci vivere meglio (e per vivere meglio anche loro). E non mi piacciono, e negli ultimi anni la cosa è anche peggiorata, per una ragione: pensano in piccolo, si accapigliano per scemenze, non riescono a intuire la grandezza ma guardano avidamente solo i suoi riflessi. Come nel mito della caverna di Platone, incatenati con le spalle al sole scambiano per vera luce i suoi riflessi proiettati nella caverna in cui sono imprigionati. Non hanno ambizioni, se non di livello alquanto basso (soldi facili, bella macchina, avventure pseudo romantiche e non fare un c…o) non hanno passioni vere, non hanno nulla. Il problema quindi non è il Molise, terra bellissima e piena di doni e opportunità, ma quelli che ci vivono sopra. Per capire come funziona la società molisana faccio un esempio personale datato di oltre trenta anni ma attualissimo perchè oggi nulla è cambiato. Giovane e brillante giornalista, poco avvezzo alle frequentazioni politiche, vengo segnalato da un amico per un contratto a tempo con la sede Rai. Faccio un colloquio con il potentissimo caporedattore dell’epoca che apprezza genuinamente il mio modo di scrivere e di interpretare la professione. Era sincero, non fingeva. Mi dice che mi farà sapere. Per lo stesso contratto noto che in anticamera un collega con un pedigree molto più politico del mio. Frequentava le segreterie giuste, aveva fatto la gavetta nel sistema di potere democristiano, era affidabile. Io sicuramente ero più bravo, e questo non per autointitolazione ma per unanime riconoscimenti di tanti, ma lui era sicuramente più inserito in un sistema autoconservativo di gestione del potere. Come è andata a finire? Vi dico solo che non ho mai lavorato in Rai anche se, fortunatamente ho trovato anche persone che mi hanno dato fiducia e spazio, nonostante non fossi raccomandato. Oggi nel Molise questa logica, feudale, antica, chiusa purtroppo è ancora vincente. Ma quello che vi voglio segnalare qui è che qualcosa si sta muovendo. Specie nel settore turistico, l’unico vero settore che ci può garantire prosperità. E non solo per la crescente attenzione che la stampa, i giornali, le televisioni prestano al Molise tanto da farlo diventare quasi un soggetto di moda. No, o meglio non solo. La stampa, le televisioni, i programmi hanno portato alla ribalta facce e visi nuovi, gente professionale, spesso giovani, che sono rimasti a combattere in queste lande desolate, portando ambizione, passione e voglia di fare le cose per bene. Non faccio nomi per non dimenticare qualcuno ma vi invito a vedere cosa succede a Castel Del Giudice o nel Parco delle Morge, ad andare a Bagnoli del Trigno, a Carpinone, a visitare alcuni ristoranti a Campobasso, nei dintorni di Campobasso o nei dintorni di Termoli che hanno avuto anche una giusta ribalta televisiva. Andate poi anche ad Isernia o andate a vedere di cosa sono capaci a Larino tra luminarie e Carnevale. Anche il Corpus Domini di Campobasso, una delle manifestazioni di tradizione religiosa più interessanti AL MONDO, comincia ad essere vivificata da persone che ci mettono passione, allestiscono iniziative, aprono musei. E l’elenco non è esaustivo. E soprattutto vedete i nomi, i volti di chi c’è dietro queste iniziative e se possibile sosteneteli e supportateli, visto che la classe dirigente attuale, tra la chiusura di un ospedale e il taglio di qualche trattamento sanitario, se ne infischia altamente. Troverete un mondo di molisani capaci e perbene, ambiziosi e lavoratori, pieni di passione e voglia di fare . Con queste persone, con queste energie, forse il Molise ce la può fare davvero .