Vivo da sempre a Campobasso, una città che ha conosciuto momenti felici e che oggi, invece, è precipitata in un oblio malinconico e grigio. Tra i momenti felici molti sono legati allo sport, in particolare al calcio e al basket. Le stagioni del Campobasso Calcio, della presidenza Molinari, della serie B sono tra le più importanti pagine nella storia del capoluogo regionale. E sono state narrate, raccontate e testimoniate molte volte da molti valenti testimoni. La stagione d’oro del Nuovo Basket Campobasso La Molisana invece, pur trasportando Campobasso nell’empireo cestistico nazionale è stata meno narrata, testimoniata, raccontata. A colmare questo gap ci hanno pensato due valenti operatori intellettuali cittadini Michele Falcione, infaticabile operatore e promotore di cultura e Stefano Manocchio, nostro collaboratore e giornalista di pregiato e garbato stile. L’idea nacque proprio nell’ambito della redazione di Informamolise. Stefano, partecipe di quella stagione d’oro dello sport molisano, mi propose di intervistare tutti i protagonisti di quella epopea. Un’idea che subito mi piacque e per la quale diedi a Stefano ogni possibile incoraggiamento. Stefano da par suo cominciò, con un lavoro certosino a rintracciare i giocatori, i dirigenti, i protagonisti di quella squadra ormai sparsi per l’Italia. Un lavoro lungo e faticoso che meritava di restare nella memoria collettiva di Campobasso. E Stefano trovò in Michele Falcione la persona giusta per trasformare questo materiale giornalistico in testimonianza di una fase felice, piena di fermento e di entusiasmo nella vita del capoluogo regionale. Da lì è nato questo elegante, ben realizzato e prezioso libro che si presenterà sabato 10 giugno nel Palavazzieri di Campobasso “Il basket campobassano, vent’anni di successi 1970-1990”. Io da campobassano non posso che ringraziare Michele Falcione e Stefano Manocchio per questo dono che hanno fatta alla mia e alla loro città. Perché la squadra di basket non fu solo un fenomeno sportivo di successo ma anche un fenomeno sociale. La città era elettrizzata per l’avventura cestistica del Nuovo Basket, le partite che si giocavano al Palavazzieri attiravano un pubblico che era ampio, partecipe, galvanizzato e orgoglioso della propria squadra e della propria città. Mi ricordo anche io il clima di viscerale partecipazione popolare che si respirava sugli spalti del Palazzetto. La città era viva, la sua gente era viva, attraverso una squadra di basket si viveva l’orgoglio di essere campobassani. Tutte sensazioni che, nell’aria di progressivo smantellamento del capoluogo regionale, oggi non si provano più o sono davvero difficili da provare. Un libro bello e importante, quindi, che qualsiasi appassionato di sport dovrebbe leggere e che qualsiasi campobassano ma in genere molisano dovrebbe gelosamente conservare.
Varie ed eventuali/ “Il basket campobassano”, un libro da leggere e conservare
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