Pietro Colagiovanni
L’Italia è un paese surreale, un paese in cui lo scadente livello della gestione pubblica è
capace sempre di sorprenderti, ovviamente in negativo. Faccio una premessa: quanto sto
per dire non ha, e soprattutto non vuole avere, nulla di politico. La politica per me è ormai
solo un vecchio ricordo ed un’antica passione, sfiorita e lontana negli anni. La politica
degli uomini a mio modestissimo avviso, è ad un livello tale, non solo in Italia ma nel
mondo, che non può essere di nessun aiuto nella soluzione delle problematiche pressanti
della gente comune. Detto ciò, mi ha molto colpito la nomina di Giuliano Amato, politico e
giurista di 85 anni, a capo della commissione ministeriale sugli algoritmi, in pratica una
sede di studio dei cambiamenti epocali derivanti dalla cosiddetta
Intelligenza Artificiale. Non amo particolarmente Giuliano Amato non per questioni politiche
ma per questioni afferenti il personaggio. Non mi piacciono, infatti, le persone che scendono
dal carro del vincitore quando il vincitore non è più tale (come fece con Bettino Craxi) e mi
piacciono ancor meno le persone che, in nome del popolo italiano, danneggiano
e devastano lo stesso popolo italiano, come fece nel 1992 in qualità di Presidente del
Consiglio Amato con il prelievo forzoso del 6 per mille sui conti correnti dei cittadini di questa
sventurata nazione. Ciò detto ritengo Giuliano Amato un valido giurista ed un uomo politico
di un certo spessore, e il suo soprannome di Dottor Sottile non mi sembra affatto
abusato. Ma il punto non è personale, non è politico ma è
semplicemente di scenario. Come si fa a nominare un’ anziano signore di 85
anni, vissuto e prosperato in un mondo ormai superato e polveroso a capo di una
commissione che deve valutare l’impatto di una nuova e impetuosa tecnologia, una
tecnologia talmente veloce e impattante che gli stessi esperti del settore faticano a definirne
il perimetro e la forza? E’ come se al famoso operaio inglese Ned Ludd, quello che
distruggeva nel 1700 le macchine perchè minacciavano il suo lavoro di tessitore, venisse
poi affidata dal governo la direzione di uno stabilimento industriale. Per capire
come sta messa l’Italia bastia guardarsi un po’intorno ed andare in Gran Bretagna. Lì per
consigliare il governo sui rischi e le prospettive dell’Intelligenza Artificiale hanno scelto
l’ingegnere 38enne Ian Hogart, laureato in computer science a Cambridge con il massimo
dei voti e a capo di un fondo per start up nel settore tecnologico di 250 milioni di
sterline. Poi ti chiedi perchè i giovani talenti fuggono dall’Italia. Perchè l’Italia è
probabilmente il paese più bello al mondo da visitare e per fare
il turista, ma non è possibile viverci, devi semplicemente fuggire.
Varie ed eventuali/Giuliano Amato e l’Intelligenza Artificiale
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