Sembrerebbe una follia ma invece è la pura realtà. Il Molise sta chiudendo e nessuno dice nulla. A distanza di un anno e mezzo dall’insediamento del governo Frattura il Molise di tutti è diventato il Molise di tutti… disoccupati. L’opera di smantellamento di tutti i presidi di presenza del governo pubblico è iniziato con la Gam, con lo Zuccherificio e con la Ittierre. I contratti a progetto della Regione e delle sue articolazioni non vengono rinnovati ma spesso i collaboratori erano quelli che da decenni, per uno stipendio modesto e privo di garanzie, mandavano avanti la baracca amministrativa. Poi è toccato alla sanità, ridotta ormai all’osso. Poi si riducono i trasporti, la cultura viene massacrata. L’ultima clamorosa ritirata del governo pubblico locale è la chiusura della Biblioteca Provinciale Albino.
Ormai i barbari sono alle porte, un nuovo medioevo si va facendo strada nel Molise. Orde di disoccupati vengono blanditi con promesse a volte incredibili ( vedi la realizzazione di un nuovo stabilimento da milioni di euro al posto di quello della Gam di Bojano). Le strade di collegamento vengono chiuse per un anno perchè un ponte è rotto (vedi statale 17). La viabilità nelle zone interne, prive da anni di qualsiasi manutenzione, rende le mulattiere una viabilità invidiabile. Il cittadino si ritrova con nessun servizio, tasse sempre più esose da pagare e magari le volanti della Polizia ferme perché mancano i soldi per la benzina. Forse neanche nel califfato dell’Iraq e del Levante (Siria per capirci) l’assenza dello Stato è così clamorosa. Eppure sulla carta abbiamo un Consiglio regionale (lautamente pagato, va detto), un Presidente della Giunta con il suo staff, una Giunta con gli assessori e i loro staff, un’articolata presenza di burocrati e dirigenti lautamente stipendiati. Ma al di là degli stipendi tutto il resto rimane sulla carta e lo Stato, semplicemente, in Molise non c’è più.