Sembra strano parlare di turismo proprio quando gli spostamenti sono limitati, se non impediti; ma il discorso è in prospettiva come segnale di speranza. Il Molise è ‘tornato’ sulle cronache nazionali, grazie alla ‘citazione’ da parte di qualche personaggio famoso; per prima la ‘querelle’ generata dalle dichiarazioni di Selvaggia Lucarelli (con la creazione in regione di due squadre agguerrite, tra fan sfegatati e forti oppositori) e a lei si sono aggiunti nuovi testimonial di sicuro effetto. Di recente abbiamo saputo che il noto regista Gabriele Muccino ha apprezzato le bellezze della regione e ancora più le pietanze che gli sono state offerte (non per caso, ma grazie ad una precisa strategia di marketing); adesso Roberto Giacobbo, che con la troupe di ‘Freedom’ ha visitato Roccamandolfi, il ponte tibetano ed il castello storico (farà apparire tutto ciò sulla rete nazionale presumibilmente nel gennaio del 2021). Stiamo parlando di quello che c’è stato al di fuori dei redazionali sui giornali, gli spazi a pagamento sui mass-media, la partecipazione a mostre e via discorrendo; a tal proposito va detto che l’unica testimonial ‘ufficiale’ della Regione Molise, Sandra Milo, è certamente simpatica ma non si sa quale impatto mediatico abbia ancora. Appena alcune settimane addietro tutti avevamo discusso sul perché la Nutella avesse deciso di dare uno spazio regionale (come ha fatto peraltro con tutte le regioni) assegnando l’etichetta dei suoi barattoli alle cascate di Santa Maria del Molise, belle come quelle di Carpinone ed altre ma fuori, per il momento, da circuiti turistici extraregionali.
Naturalmente non si è fermato a ciò il discorso turistico, che vanta numeri non consistenti, ma ancora accentrati altrove. Nel periodo estivo infatti ‘colpevole’ anche l’isolamento decretato nei mesi precedenti dalle norme di contenimento del Covid (oltre alla paura di molti forestieri di venire in Italia), si era registrato un forte afflusso di turisti, quasi tutti regionali, nelle mete marine per eccellenza (Termoli e Campomarino ma anche, in parte minore, Montenero di Bisaccia e Petacciato); anche se, ad onor del vero, va detto che non era stato supportato, per i medesimi motivi, da quello straniero ed interregionale. Ora si tratta di capire cosa è successo e come cambierà l’immagine regionale nella comunicazione.
Quindi adesso sappiamo che il flusso turistico può essere più ampio territorialmente e, seppur lentamente, iniziare ad interessare anche le zone interne; ma la loro ‘inaspettata’ esposizione mediatica va in controtendenza con le strategie regionali, che razionalmente avevano puntato tutto sulla costa e molto meno su Campitello (che peraltro è afflitta da tali problemi logistico-economici da non sembrare, quando sarà possibile spostarsi con regolarità, in grado di essere alternativa valida alle consorelle abruzzesi). Andrà quindi considerata una parziale revisione dell’interesse e delle risorse, visto che abbiamo scoperto che a tirare sono anche le cascate di vario tipo, i borghi antichi (su cui, tranne che per Borgo Tufi e pochi altri non c’è stato grosso investimento finora) e che questi interessano non solo i vip televisivi ma anche e molto ai turisti di piccolo raggio che prima o poi potranno riprendere a viaggiare. Naturalmente i numeri sono numeri e contano, soprattutto dal punto di vista economico; sappiamo che il breve tratto costiero è comunque la parte più produttiva, del turismo regionale e quella che crea occupazione maggiore e indotto più consistente e che, quindi, dovrà sempre avere un occhio di riguardo nelle politiche di investimento, ma il turismo ambientale e quello culturale dovranno essere della partita.
In sostanza: Termoli e la costa, Altilia, il Paleolitico di Isernia, l’ipotetico Parco del Matese (che è ancora nello stato di ‘fantasma’), ma anche i borghi antichi da recuperare e le tradizioni gastronomiche da valorizzare. Tutto questo deve andare in sinergia nella logica turisitica ed avere la fetta proporzionata negli investimenti istituzionali. Ciò per fare in modo che la ‘stagione delle cascate’ non sia effimera, ma diventi la premessa affinché lo spopolamento delle aree interne e la fuga di cervelli abbiano una fine; ma anche perché la conoscenza del Molise sia di tutti e non solo dei molisani.
Stefano Manocchio