Terminata la lunga e nemmeno troppo calda pausa estiva, la politica, e le sue innumerevoli sfide, tornano al centro delle attenzioni e dell’attualità. E questo sia a livello nazionale (dove forse non ha mai abbandonato la scena) sia a livello locale (dove, tranne il pastrocchio delle nomine, ha prevalso invece lo spirito dell’ombrellone). Il punto reale, quello su cui vale la pena di avviare qualche riflessione è quello relativo alla conquista della leadership nel Molise. Chiusa l’epoca Iorio, che ha regnato incontrastato per circa dieci anni sulla Regione, oggi la partita si gioca su chi rimpiazzerà l’uomo politico di Isernia. Tra coloro che aspirano a questo ruolo c’è lo stesso Michele Iorio ma la situazione del centro destra al momento è troppo magmatica e troppo dipendente dalle sorti personali di Silvio Berlusconi per poter permettere un’analisi credibile. Limiteremo quindi il nostro campo di attenzione al centro sinistra che peraltro ha il grande vantaggio di governare la Regione ed avere il vento in poppa elettorale (vedi successo ad Isernia). Se si dovesse fare una fotografia statica della situazione ci sarebbe poco da dire o da fare.
Il re incontrastato c’è già e sinora non ha sbagliato un colpo. Si tratta del Senatore Roberto Ruta, dominus del PD molisano, del centro sinistra molisano, del Consiglio regionale nonché della stessa Giunta regionale. Ascoltato e ben introdotto anche a Roma, Ruta uomo ambizioso e molto intelligente ha oggi il predominio chiaro sugli equilibri di potere della Regione. Facciamo adesso una breve digressione per evitare equivoci e fraintendimenti. Quando diciamo che si tratta di persona ambiziose (e anche gli altri protagonisti di questa analisi lo sono) non diciamo nulla di negativo, anzi. Secondo il nostro modestissimo metro di giudizio l’ambizione è una caratteristica umana importante e positiva. Voler avere di più per se stessi è la molla che porta persone ad impegnarsi per realizzare molto anche per gli altri. Ovviamente il tutto deve avvenire nel rispetto delle regole, perché se no l’ambizione si trasforma in arrivismo e opportunismo. Ma l’ambizione personale, la voglia di essere competitivi e dimostrare quanto si vale, ottenendo risultati per se stessi, è una molla che innesca dinamismo in società altrimenti fiacche e addormentate. Nel caso del Molise, e chiudiamo questa parentesi, il problema non è che ci siano troppe persone ambiziose ma il fatto che ce ne sono troppo poche, e quelle poche sono quasi sempre additate negativamente. Tornando alla politica Roberto Ruta è oggi la figura egemone, ma non è ancora un potere consolidato. Ruta ha un approccio al potere sofisticato, frutto di un intelletto molto spiccato e vivo. Il suo è un approccio che al pugno di ferro (che si trasforma in legami di fedeltà e lealtà incondizionati) aggiunge un guanto di velluto, anzi un guantone da forno con cui sforna crostate di mirtilli e dolci saporiti. Roberto è cordiale, sempre sorridente, poco assertivo e attento ad ascoltare le persone. Una formula di grande successo che lo sta portando lontano. Ma il potere di Ruta non è ancora consolidato e quindi apre spazi per possibili competitors, anche nel breve periodo. Il primo, il più logico è l’attuale Presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura. Il sistema di potere di Roberto Ruta si basa infatti sulla logistica. Roberto organizza in modo impeccabile gli uomini e i mezzi del suo sistema di comando e controllo, ma non necessariamente acquisisce la titolarità del comando. E’ talmente bravo a far funzionare il cervello, è talmente bravo a rapportarsi con le psicologie altrui che ne può fare a meno. Michele Iorio invece era onnipresente capo del governo, capo del partito, capo della corrente, capo di tutto. Lui no. E questo se da un lato permette una gestione del potere per così dire più flessibile dall’altro innesca anche dinamiche che possono creare turbamenti. Una di queste riguarda il fatto che sulla carta l’uomo più potente della regione, l’uomo che rappresenta per legge e costituzione la comunità molisana non è Roberto Ruta ma il Presidente della Regione, Paolo Frattura. Ma al potere formale Frattura non riesce (ancora, secondo il suo intimo punto di vista) ad abbinare il potere sostanziale. Perché nella sostanza è bloccato, inibito, depotenziato, scoraggiato, dissuaso (scegliete voi il verbo) dalla potente macchina di Ruta, dai suoi uomini, dalla sua ferrea logica di comando. E quindi Frattura, che non è certo meno ambizioso di Ruta, sente la necessità di rompere questo accerchiamento soffocante. Il metodo di potere di Frattura non è meno ferreo di quello di Ruta ma anch’esso è fortemente dissimulato. Se Ruta è l’uomo che ti ascolta affabilmente durante un caffè, Frattura è il multiforme che si fa potere politico. Abbiamo in sequenza: Paoletto l’amicone, Paolo con cui facciamo la spaghettata, Paoletto con cui si gioca a pallone, Paolo Frattura architetto e professionista, Paolo di Laura Frattura Presidente della Giunta regionale, Frattura l’imprenditore, Paolo Frattura, col maglione arancione, politico dell’inclusione e del cambiamento. Qual è la caratteristica principale di Paolo Frattura? Si chiama resilienza. Ma cos’è la resilienza? E’ la capacità di resistere ad urti e sollecitazioni durissime senza spezzarsi, anzi ripristinando e arricchendo, dopo l’urto le condizioni precedenti. E’ un formidabile incassatore, Frattura, e non si arrende mai. E contro un uomo resiliente come Frattura, Roberto Ruta anche se in vantaggio non può dormire sonni tranquilli, Frattura d’altronde vuole a tutti i costi la leadership della Regione, perché è una persona determinata oltre l’inverosimile, e prima o poi vorrà prendersela. In questo gioco a due arriva la terza incognita, forse la più preoccupante di tutte (per Ruta e Frattura, s’intende). Si chiama Micaela Fanelli e viene da Riccia. Micaela è una donna anch’essa determinata, competente, ambiziosa come e forse anche più degli altri due. Ci ha visto lungo con Renzi ed oggi aspetta con ansia di mietere il risultato atteso. Qual è il punto? Che Frattura (insieme all’Assessore Facciolla, un altro dall’ambizione portentosa e dal carattere ultradeterminato) ha pensato bene, per rompere l’accerchiamento di Ruta, di approdare nella corrente dei renziani. Mossa logica e vincente, atteso che tutti danno il Sindaco di Firenze quale probabile vincitore di possibili nuove elezioni. Ruta, che è più legato all’attuale dirigenza del Partito Democratico, andrebbe in difficoltà e probabilmente il suo abbraccio mortale, per evidenti fatti si scioglierebbe e diventerebbe un non troppo gradevole ricordo dei primi tempi dell’era Frattura. Il punto è che questa mossa non fa i conti con l’oste. E l’oste ha il viso sorridente luminoso e materno del sindaco di Riccia. La Fanelli ha uno stile di potere ancora più sofisticato e inclusivo. Innanzitutto, in quanto donna, ha una sensibilità che gli uomini non hanno. Poi riesce a fare, con uguale successo, più cose allo stesso tempo, abilità che per gli uomini resta un tabù ancestrale. E’ competente ed ha sinora ben amministrato il proprio Comune. Perché, di grazia, dovrebbe inchinarsi al duo Frattura-Facciolla e mettersi da parte? Certo il consiglio del vecchio saggio Gianfranco Vitagliano ai suoi tre amici con la Effe (Frattura, Facciola e Fanelli) è quello di fare una santa alleanza contro Roberto Ruta, usando i congressi del PD come ariete per scardinarlo definitivamente. Ma si tratta in sostanza di dire alla Fanelli, ideatrice di Matteo Renzi nel Molise, di stare buona e magari di farsi un giro a Roma (come parlamentare) mentre Frattura in Regione stabilisce il suo impero indisturbato. E quando ritorna tutt’al più le si prospetta un ruolo da quota rosa nel sistema Frattura. Insomma, non certo un grande affare per Micaela, una che tutto è meno che fessa. Inoltre la partita del Pd non si gioca a Roma, anche con Renzi vincitore, ma nel Molise. E nel Molise Roberto Ruta fa cappotto, sia con Renzi, sia con Cuperlo, sia con Civati e pure con il nipote di Togliatti se si presentasse. Nel Molise il PD è Ruta. Certo dovrà impegnarsi per la candidatura, ma alla fine non è che una primaria nel Molise Roberto non riesce a vincerla. Queste sono le condizioni attuali da cui uscirà il nuovo leader del Molise o almeno il finalista che se la dovrà vedere con un’eventuale (ma ancora non definita) alternativa di centro destra. Parliamo di tre giovani (per la politica italiana quasi giovanissimi), di tre persone competenti, capaci, intelligenti e preparati. Chi vincerà? A saperlo…