di Stefano Manocchio
“Lascia il mondo come si trova”: è una delle frasi maggiormente usate e tramandate in Molise ed è vista come causa di arretratezza economica e mentale dagli ‘innovatori’ e come una regola ferrea di vita dai ‘conservatori’. Questo concetto, però non sarebbe in stretta osservanza nell’attuale legislatura alla Regione Molise.
Clima di attesa, per alcuni, ma anche di apprensione, per altri, nei corridoi dei palazzi istituzionali della politica molisana. Da giorni circola voce del ‘rischio’ di revisione di incarichi di consulenza, contratti di precariato e nomine fiduciarie collegate alla attuale gestione politico-amministrativa. Sembra che sia intenzione del presidente della Giunta regionale, Francesco Roberti, di provvedere ad un’ampia analisi del lavoro svolto da diverse persone per decidere su riconferme, ma anche su eventuali revisioni.
Non sarebbe il primo caso del genere, ma in particolare sembra essere nelle corde di Roberti ed anche in linea con quanto visto in questa prima fase di legislatura. Il concetto, peraltro comprensibile è che nessuno debba mai sentirsi al riparo da valutazioni una volta conseguito l’incarico, ma questo debba essere sempre finalizzato al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Una delle sue prime mosse dopo l’insediamento, infatti, è stata la voglia di dover dimostrare a tutti i costi di volere attuare in pieno una forma di discontinuità nella valutazione politica rispetto alla precedente amministrazione, quella a guida di Donato Toma; allora ne fecero le spese alcuni ex-assessori regionali, peraltro poi rientrati quasi tutti nelle sfere decisionali con altri incarichi istituzionali simili. Quindi da un lato si è dato corso al concetto, la discontinuità, dall’altro non si è potuto ignorare il contributo in voti fondamentale apportato dagli ex-assessori. Anche questo in fin dei conti ha una sua logica.
E’ seguita poi quella che potrebbe essere definita applicazione scientifica dello ‘spoil system’ anche nella riassegnazione delle competenze tra i quadri e dirigenti regionali; letteralmente con questo termine si intende la rimozione, attraverso varie formule contrattuali, o anche spostamento dello staff e della macchina amministrativa di un politico, effettuata dal politico che gli succede. Negli ‘States’ generalmente viene fatta ‘tabula rasa’ di tutto e tutti con un rinnovamento senza compromessi. Si tratta, lo diciamo a scanso di equivoci, di operazione perfettamente legittima e peraltro non nuova, già attuata, ma in forma più blanda, dall’attuale Governo nazionale (argomento molto utilizzato in forma polemica da alcuni mass media nazionali, oltre che dalle opposizioni politiche).
Il fatto è che in Molise si è scelta una strada diversa sia dagli States che dalla politica nazionale: non c’è stato il ‘tabula rasa’ verso la struttura messa in piedi dal predecessore, ma ci si è limitati ad alcuni interventi forti con il mancato rinnovo contrattuale per consulenti anche importanti e qualche spostamento di funzioni o uffici, sempre perfettamente nelle disponibilità concesse e nel rispetto di leggi e regole contrattuali. Altri invece si sono ‘salvati’ riuscendo ad attraversare indenni anche questo ‘esame’ mantenendo posti di prestigio.
Veniamo ai giorni nostri. Quella che partirebbe nelle prossime settimane o mesi sarebbe un’operazione a maglie allentate rispetto a quanto visto finora; ma ciononostante starebbero già tremando alcune sedie tra Via Genova e Via IV Novembre.
Vedremo se sarà vero.