di Stefano Manocchio
Corsi e ricorsi storici, ma anche nostalgia del passato? La politica molisana è contesa tra voglia totale di rinnovamento (in tal senso si aspetta di vedere che impatto avrà sul locale la linea politica nazionale della neo-segretaria del PD, Elly Schlein) e ‘certezze’ provenienti dai tempi andati.
In questi giorni aleggia sul territorio molisano (ma molto più in quello pentro in verità) la notizia di un possibile ritorno di Michele Iorio nella lista dei candidati a concorrere, per il centro destra, alle prossime regionali quale presidente della Regione Molise; addirittura sarebbe il favorito nella corsa, ancor più dei vari Toma, Pallante o Cavaliere. “Michele ( o, meglio, Angelo Michele per essere più precisi) torna a casa” (dove la casa sarebbe Palazzo Vitale): questo il motto dei supporter dell’ex-plenipotenziario regionale.
Non cadrò nell’errore di fare l’analisi dettagliata dei tre lustri di gestione verticistica della politica molisana da parte di Angelo Michele; mi limiterò più semplicemente a dare elementi per valutare (giudizio assolutamente soggettivo) l’opportunità della candidatura tra le fila del centro destra.
Nel ‘toto-presidente’ Iorio vanterebbe il vantaggio delle grandi sponsorizzazioni nazionali, ad iniziare dal ministro Raffaele Fitto (ex-enfant prodige del periodo d’oro berlusconiano) e addirittura dell’entourage di Giorgia Meloni; con tale mole di accrediti la strada dovrebbe essere tutta in discesa. Da non sottovalutare certo la lunga esperienza politica, tra Prima e Seconda Repubblica, importante perché nei momenti di crisi generalmente ci si affida a capitani navigati. Non è poco, certo: ma basterà?
Vediamo i contro: paradossalmente al primo posto quello che è stato appena citato come un pregio, cioè l’esperienza e, nel suo caso, anche l’età anagrafica. La disaffezione verso la politica, che adesso si inizia a sentire anche in Molise, suggerirebbe un’immagine nuova e fresca, nel solco del rinnovamento ed è l’opposto di Iorio, che naturalmente è ancorato alla ‘sua’ politica, di tipo tradizionale. Secondo punto ancora la lunga esperienza politica: non è uno passato inosservato, ha gestito tutto in Regione e oltre (da sindaco di Isernia a consigliere e presidente della Regione Molise, parlamentare, commissario per la ricostruzione post-terremoto, sub commissario alla sanità per il Piano di rientro e chi più ne ha ne metta).
Ha gestito senza concorrenza le sorti del Molise per almeno 15 anni e non è questo il tempo e il luogo per stabilire se lo abbia fatto bene o male, né mi sento depositario della verità assoluta. Ora toccherà alla politica regionale e ancor più a quella nazionale valutare e decidere la linea e le persone giuste per le prossime regionali, che saranno tra le elezioni più importanti dell’ancora breve storia della Regione Molise.