di Stefano Manocchio
In politica, ma in generale nella vita, si dice che quando non si vuole affrontare un problema bisogna buttarla in caciara; così il centro sinistra molisano avrebbe deciso (in politica mai dare certezze!) di escludere dalla corsa per la presidenza alla Regione Molise i due candidati finora da tutti considerati più credibili, cioè il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina e il giornalista Domenico Iannacone, mentre in precedenza il terzo pretendente, Andrea Greco, aveva prima escluso Gravina e poi si era auto escluso. La mossa a sorpresa (ma oramai nulla sorprende quando ci sono in ballo trattative pre elettorali!) è stata quella di proporre una rosa ampia di nomi, tanto ampia da non dare a nessuno la possibilità di accreditarsi rispetto ad altri al ‘toto-candidato’.
Così nella sede del PD a Campobasso la coalizione ha dettato: scegliere tra Vittorino Facciolla, Micaela Fanelli e Candido Paglione per il PD o, per il Movimento Cinque Stelle, tra Vittorio Nola ed Angelo Primiani. Quattro consiglieri regionali ed un sindaco a conferma del fatto che si vuole un politico ‘di professione’ come già statuito di recente e come ha deciso nel suo ambito anche il centro destra, di cui parleremo a breve. Il punto è: sarà uno del PD o un penta stellato? Neanche la maga Circe (è quella più famosa che mi è venuta in mente!) saprebbe trovare una soluzione a breve.
Roberto Gravina, Andrea Greco e Domenico Iannacone: sono i tre esclusi dalla corsa per la presidenza regionale?
I cosiddetti ‘cespugli’ avrebbero assistito impassibili alla decisione giallo rossa, come a dire “fate voi…”, mentre la galassia di nicchia dei movimenti civici, essendo questi spettatori non paganti, avrebbe fatto sapere di preferire “un esponente della società civile, ma solo se non imposto dall’alto, non un politico in carica alla Regione Molise o in altre amministrazioni pubbliche”, permettendo un identikit ampio del candidato, dal geometra del Catasto in su (o in giù, non fa differenza, è un modo di dire).
“Cambiare tutto per non cambiare niente” al cospetto è un’operazione da dilettanti.
A parte ciò i nomi dei pretendenti sono tutti validi, degni di rispetto e con un pedigree politico importante; è la linea da intraprendere che non è chiara se nel mucchio si butta tutto quello che si ha contemporaneamente.
Seguiremo gli sviluppi con la massima attenzione.