Sarà che quest’estate non riesce proprio ad ingranare, sarà che le vacanze non sono più quelle di una volta ma ormai la domenica, di solito giornata tranquilla e monotona specie nei mesi estivi, riserva al mondo dell’informazione più di qualche sorpresa. Domenica 13 luglio ad esempio ha visto un paio di comunicati stampa e di dichiarazioni che,oggettivamente, vanno oltre la routine da ombrellone. In mattinata il segretario della Uil, Mauro Sasso, con una propria articolata riflessione, scagliava e ci scuserete il gioco di parole, una micidiale sassata nei confronti del Presidente della Giunta Frattura. In buona sostanza gli dava dell’ondivago, dell’inconcludente e articolava la sua invettiva in una sessantina buona di righe. Il pretesto per dimostrare l’assoluta inconsistenza amministrativa e politica di Frattura era la Gam di Bojano e va detto si trattava di un buon pretesto o punto di avvio. La gestione della Gam da parte del nuovo governo regionale ha sinora portato ad un punto fermo che è la chiusura dell’azienda di proprietà della Regione ed al profluvio di progetti, incoraggianti, eccitanti, strabilianti che però non hanno il dono più atteso dai lavoratori e dalle loro famiglie: la concretezza. Nel pomeriggio poi arrivava, come è sua consuetudine, una riflessione, sconsolata e sconsolante da parte dell’assessore regionale Michele Petraroia, anch’esso sindacalista di lungo corso. In pratica nel suo comunicato Petraroia, che la domenica la usa per fare un po’ di conti macroeconomici (vedi quelli della disoccupazione molisana che abbiamo già commentato) ci diceva quelle che almeno da queste colonne abbiamo già detto e ridetto: che lo Stato italiano è tecnicamente fallito, che il fiscal compact e l’Europa stanno smantellando decenni di stato sociale e di stato normale, che nel Molise spariranno gli uffici pubblici e conseguentemente anche migliaia di posti di lavoro e di stipendi per migliaia di famiglie. I due comunicati, le due riflessioni non sono sganciate l’una dall’altra anzi sono perfettamente in linea, parlano dello stesso fenomeno: la desertificazione del Molise e la sua riduzione ad un cimitero civile e sociale. E paradossalmente confermano quello che ciascuno di noi sta progressivamente percependo: la radicale assenza di un governo locale. Perché la Gam è in sintesi l’inerzia dopo anni di cattiva, se non cattivissima amministrazione, con la creazione di un moloch clientelare al profumo di pollo. Ma è pur vero che il nuovo governo per prima cosa non ha voluto scoperchiare il malaffare che si annidava (e usiamo il tempo passato come auspicio) nel polo avicolo di Bojano e poi, per seconda cosa, ha deciso di far chiudere l’azienda. Questo non è un governo ma un commissario liquidatore, a nulla valendo le promesse di aprire uno stabilimento nuovo di zecca tra circa un mese e mezzo (forse neanche Papa Francesco, che di miracoli ne ha fatti molti nel Molise, ci potrebbe riuscire). Buttarla in politica, come ha fatto Frattura, dicendo che è finito il tempo dell’assistenzialismo quando migliaia di persone non hanno più di che vivere non è una scelta saggia. Ma se questo è il fenomeno più urticante, quello che ha motivata la reazione di Sasso, l’atteggiamento di questo governo (e dell’intero consiglio regionale, opposizione o opposizioni incluse) ha radici più profonde e preoccupanti. E qui interviene Michele Petraroia, che la domenica diventa introspettivo, autoanalizzante, quasi una voce della verità inconscia. Petraroia a dire il vero se la prende con i tagli che la riforma della Pubblica amministrazione comporterà agli uffici del governo centrale sul territorio. Ma correttamente ascrive questa scelta alle esigenze di riduzione della spesa voluta dall’Europa e soprattutto dalla grande finanza privata mondiale. Se questo gli fa dire qualcosa di sinistra resta però il grande punto interrogativo: sarà pure colpa di Goldman Sachs ma alla fine le Prefetture a che servono all’alba del terzo millennio? E se è vero che si perderanno migliaia di posti di lavoro ci siamo mai chiesti se questi posti di lavoro, specie quelli dirigenziali lautamente pagati, servono a qualcosa, motivano l’impegno di soldi pubblici dei cittadini?. E qui arriviamo alla Regione. Che senso ha la pletora di dirigenti, costosissimi, che la Regione stipendia ogni mese? Perchè l’Asrem ne conta ben 756? A cosa servono gli enti sub regionali, i dirigenti di Molise Dati, le auto di servizio, caro Michele Petraroia? E voi che avete l’onere di rifondare un sistema completamente marcio, e vi siete candidati per questo, come state affrontando questa sfida? Togliendo i precari, spesso le uniche persone capaci di fare la O con il bicchiere negli uffici pubblici? Chiudendo la Gam, lo Zuccherificio, abolendo Molise Dati, facendo diventare striminzita la Protezione Civile (che forse a qualcosa serve davvero) e buttando in mezzo alla strada migliaia di famiglie? Lottando, meritoriamente si intende, con il goevrno nazionale come Petraroia fa, per avere qualche mese di cassa integrazione in più, qualche anno di mobilità, qualche sussidio a lavoratori senza più speranza di rimanere tali? E il governo, il progetto, la soluzione dove stanno? Per la Gam è ragionevole pensare di ricreare un kombinat dal nulla, con tre milioni di euro che diventano trenta perchè ce li prestano le banche? Perchè il marchio Arena che ancora valeva qualcosa è stato abbandonato visti anche i crediti che la Regione vanta con il gruppo Arena, oggi in concordato preventivo a Campobasso? Dov’è la soluzione? Si Goldman Sachs ci strangola, i tedeschi sono cattivi e cinici ma noi che idee abbiamo per essere competitivi, per lavorare con dignità e serietà? Perchè un giovane dovrebbe rimanere in Molise, per sperare in una cassa integrazione se è fortunato? Questo è il quadro che Sasso solleva e Petraroia, sostanzialmente conferma. Il Molise non ha governo e si affida alla sua buona stella. Un po’ come ha fatto la nazionale di calcio italiano. Il punto è che una cosa è giocare una partita di pallone, un’altra è giocare con la vita di oltre 300.000 persone. (Pietro Colagiovanni)
Molise: Sasso scagliato, Petraroia desolato
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