L’indagine, meritoria, portata avanti dalla Corte dei conti sulla strada circumlacuale, 200 metri di galleria inutilizzabili costati 18 milioni di euro può essere relegata alla cronaca quotidiana di malcostume amministrativo o segnalare un elemento di riflessione più profonda. Chi ci segue conosce il nostro pensiero e il nostro modo di seguire la (misera) realtà politica molisana. Per cui la vicenda della strada fantasma intorno al lago merita uno spunto di riflessione che va oltre la cronaca e l’eccellenza dei nomi coinvolti, il Molise di Michele Iorio che ha governato incontrastato per 10 anni nella regione. Come abbiamo detto da tempo l’attuale classe dirigente (si fa per dire) molisana è destinata ad essere spazzata via dalla forza della storia. Oggi ancora non accade, ma i segnali sono chiari, evidenti, come le scosse sismiche che precedono l’eruzione di un vulcano. I motivi sono noti. Il sistema redistributivo, ossia capace solo di gestire risorse e soldi che arrivavano da fuori nel Molise è finito da tempo.
Ci ha permesso, nel dopoguerra, di uscire da un servaggio della gleba plurisecolare e di modernizzare la nostra struttura sociale, rendendoci moderni e in media infinitamente più ricchi dei nostri avi. Ma non ha cambiato in profondità la nostra cultura chiusa e piccola e alla fine si è ridotto ad un mero spreco di danaro, con una gara tra chi ne poteva prendere di più. Il mondo nel frattempo è cambiato, per far girare l’economia ci vogliono capacità, onestà e competenza e il vecchio sistema, ancora al potere nel Molise come in Italia, prima o poi frana. C’è poco da fare, lo diciamo da anni. Se la Corte dei Conti si vuole assegnare la medaglia di essere l’innesco del cambiamento la invitiamo a leggere quanto da noi scritto negli anni (in formato cartaceo con il Settimanale del Molise e in formato elettronico su questo sito) sui milioni buttati tra Società dell’informazione e Molise dati, sul saccheggio del secolo (centinaia di milioni, una decina di circumlacuali) avvenuto a Bojano con il polo avicolo, su quanto accaduto con la concessione della cassa integrazione in deroga, su quanto accaduto alla Zuccherificio del Molise.
Uno solo di questi filoni potrebbe portare in galera gran parte dell’elite al potere in regione, un gruppo trasversale che sarebbe sciocco identificare solo con chi stava al governo al tempo e che non è giusto colpire indiscriminatamente oggi (ci sono sempre eccezioni, dovunque, anche nel Molise) . Il Molise infatti è governato da un gruppo di feudatari da quattro soldi che fanno della loro prossimità e della loro vicinanza la loro ragione di essere. Sono un club, un po’ scadente ma si frequentano, si riconoscono, si rispettano Una casta di predoni e ladri di polli (in qualche caso nel vero senso della parola) per i quali i colori politici e le appartenenze servono solo per procedere matematicamente alla spartizione dei soldi pubblici. Detto questo raramente le magistrature prevedono o accelerano fenomeni di cambiamento. Le magistrature fanno parte degli equilibri di potere e quindi se oggi la Corte dei conti è arrivata ad un’inchiesta così forte e così importante vuol dire che il cambiamento è molto avanti e che il momento della liberazione si avvicina. Già la defenestrazione di Brasiello, il commerciante di pellicceria prestato alla politica dalla poltrona di sindaco di Isernia segnalava una novità nei riti triti della politica locale.
Amministratori locali si privavano di una poltrona dopo appena due anni e mezzo di mandato: la situazione evidentemente era grave! Oggi arriva la circumlacuale, che coinvolge il passato governo ma che mette alla berlina un metodo, quello delle gare di appalto taroccate con le perizie di variante, l’assegnazione degli incarichi professionali al sodale di turno che è pienamente funzionante e vivo anche nel Molise di oggi. E allora perchè fermarsi alla circumlacuale? Si tratta, forse, solo del primo pezzo di strada, 200 metri che possono portare dritto all’inferno. (Pietro Colagiovanni)