E’ stata una frase, una semplice frase in un discorso molto articolato, complesso. Ma è bastata. Il 99% di coloro che hanno ascoltato o letto quella frase, quella semplice frase non hanno intuito assolutamente nulla. Eppure dietro quella innocua frase, pronunciata da un altissimo esponente istituzionale di questa martoriata regione si cela il compimento di una delle truffe più grandi che il Molise abbia mai subito. Basti pensare alla cifre che sono in ballo. Secondo nostri conteggi approssimativi questa truffa, prevalentemente giocata con fondi pubblici, è costata negli anni al contribuente molisano più di cento milioni di euro. Forse duecento se non di più.
E’ la truffa del secolo, almeno per questa piccola realtà. Una truffa incredibile che, con quella frase, aveva il suo compimento, la sua ciliegina sulla torta. Con quella frase la truffa, ormai consumata sino all’inverosimile trovava il suo sigillo, la sua pietra tombale. Con essa saltavano appena una decina di milioni di euro di soldi nostri, ma non è la consistenza economica a lasciare stupefatti. No, è la diabolica conclusione di un progetto criminale che ha devastato una regione, ha desertificato un territorio, ha mandato sul lastrico migliaia di molisani. Nel contempo ha creato una ricchezza incredibile in capo al promotore della truffa, ricchezza prevalentemente immobiliare, in Italia e all’estero, ha foraggiato politici di ogni ordine, ha sostenuto, con valige piene di soldi, le loro campagne elettorali, ha fatto trasferire in Lussemburgo le loro ricchezze, ha mosso voti e creato clientele. Ma non si tratta solo di politici. In questa truffa sono stati assoldati e coinvolti avvocati e giudici, commercialisti e manager, dirigenti pubblici, esponenti di sindacati e associazioni,banchieri e bancari, organi di controllo o presunti tali, consulenti e consiglieri pubblici. Tutti indistintamente, a titolo diverso e vario, hanno concorso alla truffa, hanno aiutato a creare quel gigantesco artifizio, quel colossale raggiro ottenendone in cambio soprattutto soldi, pubblici per lo più. Un’associazione a delinquere estesa, estesissima e molto moderna. Una di quelle che piace chiosare a Beppe Grillo: oggi nell’associazione a delinquere non c’è nemmeno più il delinquente, ci solo sono politici, manager, commercialisti, avvocati e imprenditori. E’ il nostro caso. Nel Molise il delinquente non serve. Non c’è bisogno dell’intimidazione fisica, della forza bruta. Noi siamo avanti. Ed infatti tutto questo è avvenuto nel totale silenzio degli organi predisposti al controllo e all’applicazione della legge. Alcuni perché collusi, altri distratti, molti perché impegnati nell’inseguire le torme di spacciatori di marijuana e cannabis che infestano questa terra. Anche perché i truffatori sono persone perbene, giacca e cravatta, vip locali, professionisti di grido e da grido. Affabulatori, simpatici e, nel caso e quando serviva, generosi. Molto generosi. Generosità priva di strascichi fiscali di solito. Noi ve la racconteremo questa truffa e vi racconteremo il suo felice epilogo (per i truffatori s’intende) contenuto in quella innocua frase. Ve la spiegheremo come è nostra abitudine e consuetudine, con la rabbia di molisani innamorati della propria terra devastata da questi delinquenti. Ovviamente, essendo questa gente cattiva e feroce, specie quando gli tocchi l’amato portafoglio non citeremo questo articolo nella sua narrazione. Ma chi vuol capire, capirà. E magari capirà pure qualcuno che ha il ruolo per fare un po’ di giustizia.