La moda nazionale di parlare della nostra regione solo se c’è qualcosa di negativo da dire, anche con cognizione di causa, ogni tanto viene interrotta da qualche reportage sulle bellezze del territorio o da qualche trasmissione gastronomica che esalta la nostra cucina; insomma da qualcosa per bilanciare il detto ‘Il Molise non esiste o (r)esiste’. Di contro nelle stanze della programmazione politica si esaltano le potenzialità turistiche per lo sviluppo della regione, che pure ci sono; ma lo sviluppo, si sa, parte dalle infrastrutture e noi, su questo tema siamo non solo l’ultima, ma ‘l’ultimissima’ ruota del carro e continueremo ad esserlo ancora per anni. Dico questo valutando innanzitutto la situazione stradale: la Bifernina ha problemi di età non risolti nel tempo, viadotti quasi tutti insicuri, curve varie e scarsa manutenzione, eppure è arteria fondamentale di collegamento della nostra regione con le altre oltre che spina dorsale del territorio interno. L’autostrada non si farà, la superstrada a quattro corsie probabilmente neanche, il potenziamento della SS87 è stato annunciato in occasione dell’ultima scossa tellurica di una certa rilevanza e poi non se ne è saputo più nulla; nel fronte dei collegamenti l’unica novità è il trenino che andrà da Matrice a Bojano per il quale sono state spese somme ingenti senza certezza di un riscontro oggettivo nei numeri dei viaggiatori. Il lotto zero della Sulmona-Castel di Sangro, a prescindere dall’analisi costi benefici, è stato finanziato e non si vede perché ora non debba essere realizzato. Nel piccolo la Tangenziale di Campobasso deve vedere chiuso l’anello cittadino da decenni; ora l’opera finale è stata appaltata, ma l’inizio dei lavori non si vede e nessun amministratore spiega perché; si spera che non faccia la fine della Fondovalle Rivolo, costruita dopo trent’anni su logiche antiche che non la rendono certo tra le strade più sicure.
Ma le ‘incompiute’ non sono solo strade; nel fronte edilizio cittadino eccelle, in negativo, il capoluogo di regione. L’ex-Roxy è stato acquistato e poi lasciato al suo destino di degrado; periodicamente qualcuno dice che sarà il futuro palazzo della Regione, ma non si sa con quali finanziamenti e, a questo punto, di quale regione, visto che anche sull’autonomia del Molise iniziano a cadere le certezze. Il Sovrappasso (con relativo sottopasso) del Terminal, fermato più volte, ha subito l’ennesimo stop, pare per problemi di esproprio che si sarebbe potuto affrontare prima anziché far realizzare ma non completare l’opera. Il tunnel di Termoli sembrerebbe essere più vicino all’abbandono del progetto che alla realizzazione. Insomma dalle nostre parti le opere si annunciano, ci si accredita politicamente la loro realizzazione e poi vengono abbandonate o entrano nella girandola dei ricorsi che le fanno andare verso l’abbandono totale. A questo punto si può iniziare a temere anche per la cosiddetta ‘funicolare’ che dovrebbe portare frotte di turisti dal centro storico di Campobasso al Castello Monforte, oltre ai residenti che la troveranno comoda. Dire che si farà, visti i precedenti è un sicuro azzardo. Questo è il Molise, rassegniamoci.
Stefano Manocchio
Il Molise, la regione delle ‘incompiute’
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