L’Italia non è un posto per rivoluzionari. E il 25 maggio lo ha, per l’ennesima volta nel corso della sua storia, dimostrato. Il trionfo, storico di Matteo Renzi e del suo Partito Democratico consacrano la continuità del sistema economico finanziario sin qui egemone. E’un trionfo non solo del giovane leader fiorentino ma di un’intera catena di comando e di controllo: vincono gli Stati Uniti, vince la cancelleria tedesca, vince Giorgio Napolitano, vince l’apparato economico-finanziario e di comunicazione che regna sulle sorti dei cittadini italiani.
Il Movimento Cinque Stelle fallisce miseramente la sua azione rivoluzionaria e bisognerà vedere se per questa formazione politica ci sarà addirittura un futuro. Renzi può oggi governare sino alla scadenza naturale della legislatura senza ostacolo alcuno e può ammodernare, in maniera ovviamente moderata, un sistema marcio. Inoltre il voto europeo del 25 maggio è la solita, grande furbata di un popolo che, dopo secoli di invasioni mette la fantasia e l’abilità nella sopravvivenza al primo posto dei suoi bisogni sociali. Perchè la rivoluzione non può essere fermata, il sistema del grande capitalismo finanziario è troppo squilibrato per poter continuare ad assicurare la pace sociale. Ma non sarà l’Italia a fare da apripista alla inevitabile rivoluzione del terzo millennio. No, abbiamo scelto un’altra strada ed abbiamo lasciato questo ruolo ad un altro popolo, un popolo specializzato in rivoluzioni di successo: quello francese. Il vero botto il 25 maggio lo hanno fatto i francesi che zitti zitti, muti muti hanno incoronato come primo partito transalpino un movimento sinora considerato orribile e impresentabile, molto più dei Cinque Stelle: il Front National di Marine Le Pen. E adesso sarà molto complicato gestire la seconda economia dell’euro zona, un pilastro della vita e della storia dell’Europa dovendosi rapportare con un protagonista forte e nuovo come il Front National. E qui sta la grande furbizia italiana: se la Francia barcolla, la Germania (e gli Stati Uniti subito dietro) non potranno che sostenere, aiutare, supportare la terza economia dell’Europa, quella che ha dimostrato intelligenza di voto e fedeltà di comportamento: l’Italia. L’Italia di Matteo Renzi è l’Italia che, al grido di “Franza o Spagna purchè se magna” ripropone l’eterno gioco opportunistico del nostro paese, che ha dimenticato,nonostante l’enorme ricchezza di risorse intellettuali e culturali di cui dispone, cosa vuol dire essere un protagonista mondiale circa 2000 anni fa. L’Italia del 25 maggio è un’Italia che punta a massimizzare il suo ruolo di eterna frontiera, di faticoso bilanciamento di forze e di fedeltà mai assicurate. In pratica è riuscita a ritornare a quel ruolo di indispensabile ago della bilancia che la fece prosperare, come non mai, ai tempi della guerra fredda. Ci è riuscita e ora vedrete come l’azione di Renzi diventerà più spedita, veloce. I soldi si troveranno, lo spread diventerà un ricordo di tempi confusi, gli 80 euro saranno solo l’antipasto di una serie di portate per tenersi buono un alleato indispensabile. Questo nel breve medio periodo. Poi la rivoluzione arriverà, poco ma sicuro, ma intanto la pancia sarà piena, mentre il nostro orgoglio sarà sempre più vuoto.Ma nella vita bisogna essere realisti, specie se, come diceva Don Abbondio, uno che il coraggio non ce l’ha non se lo può certo dare da solo.