In un primo momento ero stato preso dalla sindrome dello stare sereno, quella leggera brezza che ha portato Enrico Letta da palazzo Chigi ad un motorino davanti la scuola del figlio. Poi, però, ringalluzzito dai tanti commenti e stimoli percepiti su Facebook ho deciso che qualcosa su questo benedetto Trump andava pur detto. Anche perché, per il sottoscritto si tratta dell’ennesima riprova di averci visto giusto, in anticipo e secondo un modello che diventa verificato ogni giorno di più. Ho citato Oscar Wilde: è preferibile una fine spaventosa ad uno spavento senza fine. Certo gli americani potevano scegliere qualcuno meno isterico ed instabile di Trump ma evidentemente hanno una grande fiducia nel sistema che in quasi tre secoli hanno costruito.
Una cosa è certa: con Hillary Clinton il mondo avrebbe perso almeno altri quattro anni, anni che il mondo con i suoi problemi epocali non ha più. E di anni il mondo ne aveva già persi otto con Obama, elegante, forbito, grande oratore ma dal valore politico ed operativo prossimo allo zero. D’altronde l’America è ancora il centro dell’impero, anche se le convulsioni e i Trump segnalano forti crepe nel suo predominio.
Il punto è, per certi versi, semplice anche se non immediato e chi mi segue conosce già il mantra. Stiamo vivendo tempi rivoluzionari, tempi in cui quello che è stato acquisito da secoli oggi non lo è più. Tutto parte dall’innovazione tecnologica, che ha beneficato e benefica in mondo incredibile le nostre vite. Ma ha un rovescio della medaglia molto nascosto e molto pericoloso se non trattato adeguatamente. Il rovescio della medaglia è che l’innovazione tecnologica nel fare efficientemente prodotti e servizi utili all’umanità rende superfluo il lavoro di milioni di persone. Il postino è l’esempio più banale. Quanti postini serviranno in futuro, quando l’ email rende la consegna di messaggi immediata, gratuita e con efficienza tendente all’infinito? Qualcuno resterà, è ovvio, ma rispetto ad un milione di postini la riduzione sarà nell’ordine dei due o tre zeri. E che faranno i restanti 990.000 ex postini, ossatura portante della classe media? Solo la politica può dare risposta, perché la questione non riguarda solo i postini. Riguarda i bancari, i lavoratori dell’industria, ma anche i professionisti (ci sono computer che fanno diagnosi con un’accuratezza che un medico non può avere) e domani si aggiungeranno i tassisti, i camionisti e i guidatori di autoveicoli in genere. Ma la politica, e qui arriviamo al perché di Donald Trump, negli ultimi due decenni non ha avuto alcuna visione ed ha solo pensato ad ingrassare le persone fisiche e le loro famiglie che gestivano il potere per conto della comunità. La gente, la classe media fatta anche da tanti ex postini, di ex casellanti autostradali o di padri e madri che non trovano lavoro ai loro figli non ha ricevuto dalla politica nessuna risposta. Anzi, in modo delinquenziale, la classe media è stata addirittura bersagliata dalla politica. Vorrei ricordare cosa ha fatto l’Europa alla Grecia e all’Italia con Mario Monti e il suo incremento criminale della tassazione sul ceto medio. La stessa dinamica c’è stata anche in America, con presidenti dannosi (Bush) o inutili (Obama). Il tutto aggravato da migrazioni bibliche di disperati che vogliono entrare nei nostri paesi, ancora floridi, per avere anche loro il loro (giusto) pezzo di torta.
In Europa nordafricani e mediorientali, negli Stati Uniti messicani, cambia poco. Ed intanto queste mediocrità umane stavano lì pensando essenzialmente ad arricchirsi, a fare una vita lussuosa alle spalle della classe media (quella che paga le tasse da cui loro prelevano i loro incassi). La cosa bella è che lo mostravano e lo mostrano ostentatamente, lo fanno vedere. Io ho trovato personalmente disgustosa la cena di lusso offerta da Obama al nostro premier per caso Matteo Cazzaro Renzi. Un’ostentazione, accompagnata da guitti di regime (che brutta fine ha fatto Benigni, da Televacca alla semplice vacca da mungere) stomachevole per chi ogni giorno non sa cosa fare del proprio futuro e del futuro dei propri figli. Capirete, quindi, perché un americano abbia votato, con rabbia “The Donald” Trump e non credo si debba aggiungere molto altro.
Spero che le pulizie si estendano al più presto anche alle periferie dell’impero, a partire dall’Italia stordita da un personaggio da cartoni animati come Renzi. In Italia poi, forse una fortuna ce l’abbiamo, o spero fortemente che l’abbiamo. C’è un movimento, colto, che sta ottenendo consensi crescenti: si chiama Movimento Cinque Stelle del quale mi è particolarmente caro il suo compianto fondatore Gianroberto Casaleggio. Un visionario secondo tutti, ma la sua visione si abbeverava alle stesse fonti alle quali il sottoscritto ha da almeno trenta anni attinto per capire il mondo e le sue evoluzioni. Trump è al momento solo la protesta, Cinque Stelle è anche la proposta, la visione, la prognosi. L’Italia è stata il centro del mondo con l’Impero Romano prima e il Rinascimento poi. Spero fortemente che l’Italia possa, con la forza dei suoi cervelli, tornare ad un ruolo guida nella comunità mondiale.
Pietro Colagiovanni