Giacomo D’Apollonio è il nuovo sindaco di Isernia. Una vittoria netta e chiara. D’Apollonio (che non conosco personalmente) rappresenta una scelta matura dell’elettorato isernino, dopo anni di confusione e di caos. Mentalità militare, approccio preciso e puntuale è, soprattutto, una persona seria. Ed oggi la politica, molisana come italiana (ma crediamo mondiale) ha bisogno soprattutto di persone serie. Persone cioè che si prendono in carico i gravissimi problemi della collettività e lavorano per risolverli. Persone cioè che fanno politica e non stanno lì per altri motivi, per soldi principalmente.Isernia in questo senso più che la rivincita di Iorio (Forza Italia e gran parte del centro destra aveva optato per Melogli) rappresenta la ritrovata forza della gente, che sceglie con lo stomaco e con i piedi. Il capoluogo pentro è completamente da ricostruire, nei suoi meccanismi amministrativi e gestionali, abbrutito da decenni di gestione cattiva e superficiale. Le ultime esperienze (come quella del commerciante Brasiello) non hanno fatto altro che rendere evidente questa deriva di amministrazione poco o per nulla incisiva. Oggi gli isernini, gente che conosce il valore del lavoro e della fatica, pone la città in mano ad un militare, sperando che sappia, con disciplina e rigore, risollevare la città dagli abissi in cui è precipitata. Vedremo.
Il significato del voto del 20 giugno, una data storica per l’Italia e per la sua politica, è che la gente, in Molise come in Italia ha voluto premiare chi punta a risolvere i problemi, chi vuole impegnarsi con uno spirito nuovo, non quello della politica affaristica e impicciona. Lo ha fatto con numeri impressionanti (vedi il trionfo della Raggi a Roma), lo ha fatto perchè ne ha forse le scatole piene di cazzari che inondano di banalità gli schermi televisivi (e non hanno neanche gli attributi di affrontare le sconfitte, fuggendo all’estero), lo ha fatto perché ha bisogno di aiuto, vero e concreto. La qualità della vita degli italiani si è drasticamente abbassata (e non parliamo di quella dei molisani, già storicamente bassa), la gente ha perso la speranza. E quindi si aggrappa a chi propone la novità, la rottura con gli schemi logori del passato. Li vota, convintamente e ripetutamente. Gli dà fiducia, nonostante la propaganda di regime disperatamente prova a rifilarci un rancido piatto fatto di Renzi e Boschi. Ma ora viene il bello (o il brutto). Per il Movimento Cinque Stelle (come nel piccolo per D’Apollonio ad Isernia) arriva il momento della verità. Sono al governo e devono, quanto prima, dare risposte vere e concrete, convincenti, salutari ai drammi e alla disperazione della gente. (P.C.)