E’un fenomeno nuovo, strano, per qualcuno preoccupante, per qualcun’altro rassicurante. Forse è dovuto al cambiamento climatico, al buco dell’ozono, a qualche tempesta solare. La città di Campobasso, da qualche tempo, assiste alla proliferazione degli Antonio Battista. Si tratta di signori di mezza età, tutti uguali, che hanno come loro attività principale la politica. Soltanto che, pur essendo identici fanno cose molto diverse tra loro. Il primo il 10 dicembre scorso decreta, in qualità di sindaco di Campobasso la nomina di due membri del nucleo indipendente di valutazione di cosa non si sa, probabilmente il comune stesso. I due nominati sono l’avvocato Stefano Maggiani, un eterno giovane con una vita passata in Forza Italia e centri studi, think thank, ping pong vicini annessi e connessi con Forza Italia. Sembra però che questo Antonio Battista sia stato eletto da una coalizione del centro sinistra ma, in tempi di Patti col Nazareno il mischione è quasi un presupposto operativo in politica. A favore di Maggiani ha giocato il fatto di essere un valutatore esperto, avendo ricoperto lo stesso (inutile?) incarico qualche anno fa anche all’Asrem. Insieme a lui Antonio Battista nomina un altro avvocato, questa volta donna, Emanuela Prencipe. Che è la sorella di altro avvocato, peraltro di grido, Mariano. Il qual Mariano si stava per scontrare con un altro Antonio Battista nelle primarie del centro sinistra di Campobasso, anche se la cosa durò solo un giorno. Il legale ci pensò su e forse capì che non era il caso. Intanto la sorella diventa valutatrice del comune di Campobasso e conseguentemente anche di questo Antonio Battista. En passant, ma lo avevate già indovinato, questi incarichi non sono a titolo gratuito. A completare il collegio viene nominato anche il segretario comunale. Facciamo adesso un passo indietro, di tre anni. E troviamo, sempre in consiglio comunale di Campobasso, un altro Antonio Battista, all’opposizione all’allora sindaco Gino Di Bartolomeo. L’Antonio Battista in questione firma una mozione, insieme ad altri colleghi del Partito Democratico per chiedere il ritiro di una delibera di giunta con cui veniva emanato il regolamento per il nucleo di valutazione. E quell’Antonio Battista nello spiegare la mozione dice diverse cose: in primis che mettere in un organo di questo tipo persone che hanno fatto politica non va bene, addirittura c’è “incompatibilità”.E poi dice testualmente “che la sua applicazione non è obbligatoria per i Comuni, non c’è l’obbligo, non esiste l’obbligo…l’organismo indipendente di valutazione potrebbe non essere realizzato anche nel Comune di Campobasso, non c’è l’obbligo, è chiara la legge”. A distanza di tre anni a quell’Antonio Battista se ne sostituisce un altro che invece non solo non ritiene questo organo inutile e facoltativo ma addirittura lo nomina, sceglie persone che hanno un passato in politica (almeno in un caso) e ci mette pure il segretario comunale, che tre anni prima l’altro Antonio Battista aveva ritenuto non opportuna in quanto fonte di “discrasie” e capace di generare “situazioni conflittuali”. Insomma abbiamo a che fare chiaramente con almeno due Antonio Battista che fanno cose opposte. Uno strano fenomeno, quasi inquietante. Per quanto ci riguarda noi preferiamo un Antonio battista di qualche decina di anni fa, ferroviere con la passione per la politica e con la voglia di essere utile alla collettività. Un Antonio Battista grande organizzatore e grande animatore del territorio, che a suo merito porta la riscoperta della collina di San Giovannello. Ma di quell’Antonio Battista, purtroppo, si sono perse completamente le tracce.
Campobasso/ La strana proliferazione degli Antonio Battista
Commenti Facebook