di Stefano Manocchio
Non vogliamo certo anticipare prime ipotesi di bilancio di un’attività politica appena iniziata e sappiamo che certamente la prima data utile per Marialuisa Forte e la maggioranza consiliare al Comune di Campobasso saranno i fatidici ‘cento giorni’; ma nel periodo pre-ferragostano possiamo bene prendere l’iniziativa, in assenza di notizie ‘eclatanti’ sul fronte amministrativo, di fare una prima analisi previsionale di ‘quello che verrà’ in senso temporale.
Il fardello pesante, dal punto di vista del peso specifico, ricadrà sulle spalle dell’avvocato Pietro Colucci che ha ‘accumulato’ una lunga lista di competenze assessorili, partendo dalla delega all’Urbanistica, ai Lavori Pubblici fino all’Edilizia scolastica; e poi le contrade e le procedure di ri-perimetrazione della cosiddetta “Lucarino”. In sostanza ovunque ci sia un corposo finanziamento (pensiamo solo ai 21 milioni di euro del progetto ‘Scuola D’Ovidio-parcheggio Piazza della Repubblica e collegamento alla strada Tangenziale’, senza contare tutti gli altri) servirà il suo impegno di legale preciso e attento, che gli è universalmente riconosciuto e la sua firma. Grandi aspettative, quindi, nei confronti del Cantiere Civico (nome neanche a farlo apposta molto ben assonante con la materia della prestigiosa delega) che nella trattativa ha inanellato anche altre competenze: quelle sulla Cultura, con l’organizzazione, tra l’altro, dei Misteri e delle manifestazioni fieristiche e quelle sulla sanità assegnate per competenza ad un medico.
Il ‘focus’ non a caso è sulla mini coalizione ‘governata’ da Massimo Romano e Pino Ruta perché è stata nel contempo ossigeno alla coalizione di centro sinistra per la vittoria, ma anche fardello nel momento appunto di concedere lo spettante (quale poi sia il dovuto o meno in politica è sempre difficile da stabilire).
La paventata ipotesi di ricorso elettorale promosso dal PD non può, da chi mastica la politica, essere interpretata in maniera diversa da una logica di riequilibrio, se vista con la prospettiva del centro sinistra o di un colpo di mano se visto con gli occhi degli altri: una volta eventualmente ottenuti i venti consiglieri comunali cadrebbe ‘l’obbligo’ di dare ad ‘esterni’ ( nel senso di non appartenenti al cerchio ristretto della sinistra) tanta abbondanza di deleghe ‘potenti’.
Riteniamo che Ruta (Pino) e Romano si siano tutelati da qualche idea in tal senso di Ruta (Roberto) e da eventuali tentativi della sindaca Forte di rivedere in corso d’opera l’esecutivo comunale. Allora la domanda: cosa c’entra questo con l’avvio dell’attività amministrativa a Campobasso? Risposta: teoricamente niente se ci fermiamo all’apparenza, ma in verità l’attività pubblica e quella che avviene nei corridoi della politica (strategie e trattative) sono interconnesse, a saperle leggere. Vista così quella appena paventata potrebbe sembrare ipotesi di fantapolitica o anche esserlo: ma l’esperienza maturata negli anni ci porta a considerare che la massima andreottiana sul pensar male spesso trova pratica applicazione nella realtà partitica.
Di certo si sa solo che i ‘due’ ricorsi (l’altro è quello presentato dal centro destra) si discuteranno innanzi al TAR Molise il 4 dicembre: tutto il resto si vedrà all’anno nuovo!