Il Consiglio regionale del Molise, nell’ultima seduta utile prima di ferragosto, ha espresso il suo voto contrario al trattato Europa – Canada, che il Parlamento europeo ha approvato agli inizi di febbraio e già operativo. Un trattato che, però, può essere annullato se c’è il voto contrario dei Parlamenti dei Paesi dell’UE.
Una notizia interessante quella dell’approvazione di una mozione contro la stipula del Trattato dell’Europa con il Canada, il CETA, e, ancor più interessante, la risoluzione del Consiglio regionale che invita il Governo italiano e il Parlamento a non procedere alla ratifica di un trattato che ha un solo e unico obiettivo, la liberalizzazione e la privatizzazione al fine di un completamento della globalizzazione che, fino ad ora, anche se incompleta, non ha fatto altro che divorare il Globo, la Terra.
Una notizia importante, raccolta in poche righe, che la stampa molisana ha riportato, così come aveva fatto poche settimane prima, 21 Luglio, con l’approvazione della delibera della Giunta regionale, che, facendo proprie le motivazioni della Coldiretti, ha detto NO CETA.
Un trattato, il CETA, approvato e, come tale, già operante, ma fortemente a rischio se ci saranno parlamenti dei paesi componenti dell’Ue che esprimeranno la loro contrarietà alla sua ratifica.
Per quanto mi riguarda, da sempre fermo oppositore del CETA e dell’altro Trattato, il TTIP, con gli Stati Uniti, non posso che applaudire questa presa di posizione del governo regionale, ispirata dalla Coldiretti, e il NO del Consiglio regionale.
Una notizia davvero interessante, non solo perché c’è una Regione, il Molise, che dice No Ceta e invita il governo e il parlamento italiano a votare No , ma anche, perché il governo regionale del Molise, a guida Pd, facendo proprie le motivazioni della Coldiretti, non teme di mettersi contro il partito che lo ispira, il Pd, che è, ed ha votato in Europa, per l’approvazione del trattato.
Un No che, dopo quello del Veneto, porrà il Molise al centro dell’attenzione e, non appena, giungerà nelle orecchie delle lobby che, dopo l’intenso e faticosissimo lavoro speso per arrivare a convincere i parlamentari europei, ora si devono preoccupare dell’effetto domino del NO CETA, espresso sia dal governo che dal consiglio regionale del piccolo Molise.
Un esito davvero impensabile, che rischia di creare più di un problema alla politica europea; le forze che la rappresentano ed hanno votato per l’approvazione del trattato; politici che si sono messi al servizio delle lobby; padroni e dirigenti delle più importanti imprese agroalimentari del Paese; dirigenti del mondo contadino che si sono schierati per il CETA.
Personalmente non posso che essere felice di questo processo, che, dicendo NO CETA, mette al centro il Molise e lo rende prezioso granellino di sabbia, che, come un moderno David, ha la capacità di colpire un gigante composto di multinazionali e finanza.
Pasquale Di Lena