Nella riunione in programma oggi presso l’Assessorato al Lavoro con le rappresentanze sindacali, i lavoratori, gli amministratori dello Zuccherificio Spa e quelli della New.co, si cercherà di tutelare il personale per evitare penalizzazioni ingiuste e ci si adopererà per assicurare una risposta alle sollecitazioni dei dipendenti che rischiano a fine mese di rimanere privi di lavoro e di prospettive. Pur nella consapevolezza che non sarà agevole individuare una soluzione positiva, le parti saranno chiamate a salvaguardare il personale coinvolto e a ricercare il miglior percorso possibile nella condizione data. Di ben altro spessore è la riunione in programma il 15 aprile a Roma col Ministro dell’Agricoltura Martina che vedrà impegnata la delegazione parlamentare molisana, la Regione e le parti sociali.
In quella sede bisognerà chiarire se il Governo Italiano intende sostenere o meno l’attività dell’unico stabilimento produttivo del settore saccarifero rimasto in funzione nel Centro-Sud, o se al contrario vorrà assistere passivamente al cospetto delle scelte della Sudzuker che da prime indiscrezioni sta ipotizzando di acquisire una piattaforma logistica a Frosinone per distribuire lo zucchero nell’Italia Centro-Meridionale. Con le dichiarazioni di facciata non si tiene in equilibrio il Bilancio dello Zuccherificio del Molise, non si tutelano i posti di lavoro e non si pagano le imprese dell’indotto, gli avventizi ed i bieticoltori. Se per l’Italia, al di là del calo del prezzo dello zucchero sui mercati mondiali di questo periodo, è strategico non dipendere dalle importazioni dall’estero per garantire il fabbisogno nazionale di zucchero, si dovrà individuare una prospettiva che non scarichi i debiti sulla Regione Molise, sui lavoratori e sui produttori di bietole. In caso contrario si assisterà all’ennesima dichiarazione d’intenti che rimarrà lettera morta e non sortirà alcun effetto pratico. Per tenere in attività uno stabilimento di trasformazione serve abbattere i costi altrimenti si produce in perdita e i debiti di una scelta politica nazionale non possono determinare benefici per i bieticoltori marchigiani, pugliesi e abruzzesi, nel mentre la cambiali vengono lasciate alla Regione Molise. Su questo aspetto venne consumato l’errore strategico all’atto della decisione di non dismettere la produzione saccarifera a Termoli nel 2006, perché a fronte di una scelta giusta di politica agricola nazionale, nessuna istituzione ha tirato fuori un euro scaricando costi, responsabilità e diseconomie solo sul Bilancio della Regione Molise. E’ arrivato il momento di andare in chiaro per rispetto dei lavoratori, dei bieticoltori e del territorio. Con i comunicati stampa non si pareggiano i bilanci delle società !
Michele Petraroia