Unioncamere Molise: 390 imprese in più nel 2016 (+1,1%) in Molise

Anno chiuso in attivo per quanto riguarda il tessuto produttivo regionale, con 390 imprese registrate in più rispetto al 2015 e una crescita sostenuta e pari a +1,11%: è il risultato migliore degli ultimi sei anni. A determinare tale risultato, l’aumento del numero delle iscrizioni (2.248 in 12 mesi) e il contemporaneo rallentamento delle chiusure (1.858). Grazie a questo saldo attivo, il sistema imprenditoriale a fine dicembre arriva a contare 35.306 aziende registrate, circa una su 10 delle quali è guidata da giovani di meno di 35 anni d’età. E proprio agli under 35 si deve il bilancio positivo di quest’anno: 570 le imprese giovani in più rispetto lo scorso anno, in crescita del 14,7% rispetto al 2015. Queste alcune delle dinamiche imprenditoriali più significative che emergono dai dati del registro imprese per il 2016 diffusi da Unioncamere Molise.
Saldo positivo, quindi, ma non per tutti gli ambiti di attività. Bene il settore agricolo, importante poiché rappresenta circa un terzo di tutte le imprese registrate in regione, il turismo e i servizi alle imprese e alle persone.
Più nel dettaglio, tra i servizi alle persone, hanno registrato un aumento nel numero di imprese registrate gli istituti di bellezza, manicure e pedicure, i servizi di pompe funebri e i tatuatori, mentre nei servizi alle imprese si segnala soprattutto l’aumento registrato per le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale e le attività professionali scientifiche e tecniche.
Un impulso alla crescita viene anche dal settore del turismo, dove crescono il numero dei ristoranti e dei bar, così come aumentano gli affittacamere, bed and breakfast, case ed appartamenti per vacanza.
A fronte di questi bilanci positivi nei settori dei servizi, quelli più tradizionali continuano a segnare un restringimento della platea delle imprese. Per le costruzioni, il 2016 si è chiuso con una riduzione complessiva di 37 attività (-0,9% su base annua), ma, approfondendo l’analisi dei dati, si rileva come il processo di selezione di questo settore abbia riguardato
essenzialmente le micro-imprese edili, che nel 2016 hanno perso 94 unità; al contrario, le società di capitale sono cresciute di 62 unità. Male anche il commercio al dettaglio (mentre aumentano le imprese del commercio all’ingrosso); su tutte si segnalano le diminuzioni del numero di imprese del commercio di prodotti alimentari, di articoli per la casa e di articoli di abbigliamento.
La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese evidenzia, in modo indiscutibile, il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale. L’intero saldo positivo del 2016 è totalmente spiegato dalla forte crescita delle società di capitale: 434 in più in termini assoluti, pari al +6,7%, in linea con quanto registrato nel 2015. Le ditte individuali, che continuano a rappresentare circa i due terzi delle stock di imprese esistenti (il 66,1%), mostrano invece una flessione di 32 imprese, facendo registrare, in termini relativi, un decremento dello 0,1%.
Allargando l’orizzonte geografico, con le sue 22.918 imprese in più, il Mezzogiorno ha determinato più della metà dell’intero saldo nazionale annuale, staccando nettamente anche il Centro (+13.386 il saldo) e il Nord-Ovest (+6.255). In campo negativo, invece, il Nord-Est, che chiude il 2016 con una riduzione di 1.205 imprese (-0,1%).
Bilancio imprenditoriale attivo per quindici delle venti regioni italiane. In termini assoluti, meglio di tutte hanno fatto il Lazio (11.264 imprese in più), la Campania (+8.901) e la Lombardia (+6.535). Il Lazio (+1,77%) registra la crescita più sostenuta anche in termini relativi; seguono la Basilicata (+1,7%) e la Campania (+1,56%).

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