Un ulteriore pesante aggravio di costi per le aziende del settore edile dal 1° gennaio prossimo: da tale data scatterà l’obbligo di pagare il cosiddetto “ticket” sui licenziamenti e dovranno versare, ogni qualvolta effettueranno un licenziamento, una somma pari a euro 489,95 per ogni anno di lavoro prestato dal lavoratore, fino ad un massimo di 3 anni.
Tale contributo fino al 31 dicembre 2016 è escluso per i licenziamenti dovuti al completamento delle attività e chiusura del cantiere, grazie al cosiddetto “Milleproroghe” che ne ha differito l’applicazione, ma all’anno nuovo, salvo ulteriore proroga, non ci sarà scampo.
Secondo le stime fatte dall’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise aderente ad ANIEM Confimi), per rapporti di lavoro superiori a 36 mesi, il datore di lavoro sarà tenuto a esborsare quasi 1.500 euro per ogni lavoratore licenziato: una “tassa” insostenibile che le imprese non saranno in condizione di sopportare.
Per questo l’Associazione si è rivolta con una nota al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ai Parlamentari Molisani, che sono già stati convocati per i prossimi giorni, ed all’ANIEM (Organizzazione Nazionale di appartenenza), chiedendone l’abrogazione per il settore o quantomeno per le ipotesi di licenziamenti operati per completamento delle attività e chiusura del cantiere.
“Questa tassa non tiene conto della peculiarità dell’edilizia, in cui i rapporti di lavoro sono più frammentari per via del fine cantiere, tant’è che in questi primi anni non si applicava – spiega il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – comunque occorre che il Governo comprenda che non può continuare ad addossare tutto a carico delle imprese, altrimenti molte di esse saranno costrette a chiudere, in quanto non avranno più le risorse minime per andare avanti”.
Ulteriore tegola sulle imprese edili. A Gennaio arriva la tassa sui licenziamenti
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